Page 250 - Oriana Fallaci - 1968
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Ethel. «Se ce la faccio, resta da superare soltanto il New Jersey,
                l’Illinois, il Michigan, l’Ohio, e New York» rispose Bob senza

                ascoltarla.  «Oh,  non  pensarci  ora!  Non  pensarci.»  «Non  è
                difficile, ma a New York McCarthy va forte.» «Non pensarci,

                ora, non pensarci!» «E nell’Ohio lui c’è stato già quattro volte,
                io una volta sola.» «Lui» era Humphrey. «Va bene, andremo in

                Ohio, ma stenditi ora, su, stenditi.» «Prima di tornare in Ohio
                devo  andare  a  New  York.»  Allora  si  avvicinò  John  Glenn  e

                disse che bastava il cinquanta per cento, stasera, appena più del
                cinquanta  per  cento,  e  Humphrey  diventava  fragile  come  il
                vetro:  lui,  Bob,  l’avrebbe  frantumato  con  un  sassolino.  John

                Glenn lo seguiva ovunque durante la campagna, come il cane
                Frekley:  McCarthy,  per  punzecchiare  l’avversario,  diceva  che

                questo Kennedy gli rubava i voti con un astronauta e un cane. E
                Bob sorrise: «Grazie, John».
                    Qualche minuto dopo la TV annunciò che McCarthy perdeva

                quota,  Kennedy  invece  la  guadagnava,  i  numeri  presero  a
                correre sopra lo schermo, la percentuale a salire, quarantanove,

                quarantanove e mezzo, cinquanta, cinquanta e mezzo.
                    «Forse tuo marito non è odiato quanto credi» esclamò John

                Glenn con un grande sorriso, rivolto a Ethel. «Nessuno odia mio
                marito»  gli  rispose  Ethel,  con  voce  secca.  Cinquantuno,

                cinquantuno  e  mezzo,  cinquantadue,  cinquantadue  e  mezzo,
                cinquantatré: «Bobby ha vinto! Ce l’hai fatta, hai vinto!». Chi
                gli batteva sulle spalle, chi saltava, chi rideva, chi piangeva. Lui

                sembrava  liberato  da  un  peso,  ma  non  partecipava  a  quella
                sfrenata  allegria  e  interrompendo  le  congratulazioni  uscì  solo

                nel corridoio dicendo che aveva bisogno di una boccata d’aria.
                Si  appoggiò  al  muro,  allontanò  con  un  gesto  della  mano  Bill
                Barry che lo aveva seguito: «Lasciami, Barry, grazie».

                    All’improvviso i suoi occhi s’erano fatti tristi, inquieti come
                gli  occhi  del  giovanotto  che  lo  attendeva  nel  corridoio  della

                cucina. Dice Bill Barry che solo una volta negli ultimi tempi lo
                aveva  visto  così,  la  domenica  in  cui  aveva  detto:  «Oh,  lo  so

                bene che prima o poi tenteranno di ammazzarmi. Neanche per
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