Page 239 - Oriana Fallaci - 1968
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conquistadores  gliela  portassero  via,  prendendo  a  sassate  i
                soldati che giungono coi loro fucili. Ogni sommossa finisce coi

                morti,  non  di  rado  donne  e  bambini.  E  per  questo  i  più
                scappano, scendono a valle coi loro buffi cappelli a bombetta, i

                loro  coloratissimi  ponchos,  i  figli  attaccati  alle  spalle,  e
                approdano alle barriada. Lima è il rifugio dei deboli. Ma, come
                portato dal vento, il seme della rivolta giunge ogni tanto anche a

                Lima  e  allora  anche  nelle  barriada  si  ode  quel  brontolio
                minaccioso.  Emissari  di  Castro  son  lì.  Da  Cuba  vanno  in

                Venezuela, in Colombia, in Ecuador, e poi in Bolivia e in Perù.
                Quando  non  vengono  da  Cuba  vengono  da  assai  più  lontano:

                Guillermo  Lobatón,  uno  dei  capi  guerriglieri,  veniva  da
                Pechino. Via Parigi. Era stato a studiare la guerriglia a Pechino,

                poi s’era fermato a Parigi per prendersi una moglie francese, ed
                era  tornato  in  patria  alle  barriada.  Le  prime  formazioni  di
                guerriglieri  apparvero  in  Perù  nel  1963,  organizzate  da  due

                boliviani e da un poeta di casa: Javier Heraud. La repressione
                governativa  fu  decretata  nel  luglio  del  1965,  con

                bombardamenti. Il Perù è il paese più montagnoso dell’America
                Latina, nessun altro offre picchi così alti, canyon così profondi,

                boschi così fitti per nascondere accampamenti di uomini e armi.
                La maggior parte dei boschi son coperti di nebbia dall’alba al

                tramonto:  per  stanare  i  guerriglieri  dovettero  ricorrere  agli
                aeroplani.  E  così  i  poveri  indio  che  per  tutta  la  vita  avevano
                visto volare soltanto gli uccelli, scoppiare soltanto i fulmini, si

                videro  calare  addosso  quei  condor  di  ferro,  che  sputavano
                fuoco,  il  rumore  di  un  terremoto,  e  distruggevano  tutto:  gli

                alberi, gli animali, le case. Salivano sulle capanne a sventolare
                pezzi di stoffa, per chieder pietà. Non serviva a nulla. O serviva
                a far arrabbiare i guerriglieri che per punirli del «tradimento» gli

                portavano  via  la  capra  o  la  vacca.  Così  per  un  anno.  Fino  a
                quando  il  governo  annunciò  che  i  guerriglieri  eran  sterminati.

                Lo erano, per il momento. Il comunista Lobatón era morto sulla
                Mesa Pelada, un’altura della Cordigliera Orientale delle Ande.

                Il  liberalsocialista  de  la  Puente  era  morto  nella  regione
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