Page 134 - Oriana Fallaci - 1968
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Chon 5, questo posto è la terra natale dello zio Ho (N.d.R. Ho
                Chi  Minh).  Mentre  andavo  alla  cooperativa  Lien  Tuong  sono

                passato proprio dinanzi alla casa dello zio Ho, che consiste in
                due semplici capanne coperte di paglia di riso e circondate da

                una staccionata di bambù. Avevo sempre desiderato conoscere
                la casa dello zio Ho e vederla mi ha fatto una certa impressione.
                Le finestre sono coperte da belle tendine di bambù, a destra c’è

                un vecchio albero di banane e un albero di pompelmi, e poi c’è
                un  aranceto.  Mi  sono  permesso  di  cogliere  una  banana,  un

                pompelmo,  un’arancia.  M’è  sembrato  un  posto  grandioso
                perché ci è nato colui che ci guida. Ho ricevuto una lettera di

                Can.


                5  NOVEMBRE.  Ho  ricevuto  altre  tre  lettere  da  Can.  Tutte

                insieme. Allora, appena giunto a Ninh Son, sono entrato in un
                negozio  dove  fanno  le  fotografie  e  mi  sono  fatto  fare  una

                fotografia e l’ho mandata alla mia Can. Le ho anche scritto. Ho
                scritto anche a mio padre, a mia sorella Lang e al mio amico

                Thuoc.  Sono  stanco.  Il  terreno  che  percorriamo  è  molto
                accidentato e spesso si procede per viottoli ai lati dei quali c’è
                un  precipizio.  Un  passo  falso  ed  è  la  morte.  Per  fortuna  nei

                momenti di riposo la gente ci ospita nelle case. La popolazione
                è sempre gentile con noi. Sono esausto.



                25 DICEMBRE. Oggi è Natale, Gesù Cristo! Mi porto ancora il
                cannoncino addosso, e quello zaino pesante. Abbiamo marciato

                per tre giorni continui nella giungla e le sanguisughe ne hanno
                approfittato  fino  in  fondo.  Sono  anche  caduto  e  mi  sono

                provocato una distorsione all’anca. Ho il fianco tutto gonfio e i
                piedi  sono  pieni  di  vesciche.  Che  brutto  Natale.  Passato  il
                villaggio di Huong Luyen, siamo rientrati nella strada principale

                e poi abbiamo percorso la ferrovia, approfittando dell’oscurità.
                La  pioggia  diventava  sempre  più  pesante,  quasi  ci  bucava  la

                faccia.  Poi,  alle  tre  del  mattino,  abbiamo  dovuto  guadare  un
                fiume  freddissimo.  Siamo  arrivati  a  un  villaggio  cattolico  del
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