Page 19 - Giorgio Vasari
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AGLI ARTEFICI DEL DISEGNO





                                           GIORGIO VASARI




               Eccellenti  e  carissimi  Artefici  miei.  Egli  è  stata  sempre  tanta  la
               delettazione,  con  l'utile  e  con  l'onore  insieme,  che  io  ho  cavato  ne
               l'esercitarmi così come ho saputo in questa nobilissima arte, che non
               solamente ho avuto un desiderio ardente d'esaltarla e celebrarla, et

               in  tutti  i  modi  a  me  possibili  onorarla,  ma  ancora  sono  stato
               affezzionatissimo  a  tutti  quelli  che  di  lei  hanno  preso  il  medesimo
               piacere e l'han saputa, con maggior felicità che forse non ho potuto
               io, esercitare; e di questo mio buono animo, e pieno di sincerissima

               affezzione mi pare anche fino a qui averne colto frutti corrispondenti,
               essendo stato da tutti voi amato et onorato sempre, et essendosi con
               incredibile non so s'io dico domestichezza o fratellanza conversato fra
               noi,  avendo  scambievolmente  io  a  voi  le  cose  mie,  e  voi  a  me

               mostrate  le  vostre,  giovando  l'uno  a  l'altro,  ove  l'occasioni  si  sono
               porte, e di consiglio e d'aiuto.

               Onde, e per questa amorevolezza, e molto più per la eccellente virtù
               vostra, e non meno ancora per questa mia inclinazione, per natura e
               per elezzione potentissima, m'è parso sempre essere obbligatissimo a

               giovarvi e servirvi, in tutti quei modi et in tutte quelle cose che io ho
               giudicato potervi arrecare o diletto o commodo. A questo fine mandai
               fuora l'anno 1550 le vite de' nostri migliori e più famosi, mosso da
               una occasione in altro luogo accennata, et ancora (per dire il vero) da
               un generoso sdegno che tanta virtù fusse stata per tanto tempo et

               ancora  restasse  sepolta.  Questa  mia  fatica  non  pare  che  sia  stata
               punto ingrata, anzi in tanto accetta, che, oltre a quello che da molte
               parti  me  n'è  venuto  detto  e  scritto,  d'un  grandissimo  numero  che

               allora se ne stampò non se ne trova ai librai pure un volume. Onde,
               udendo io ogni giorno le richieste di molti amici, e conoscendo non
               meno i taciti desiderii di molti altri, mi sono di nuovo (ancor che nel
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