Page 97 - La passione di Artemisia
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«Daglielo», borbottò Pietro.

              «Va bene, va bene». Le porsi l'orecchino di Graziella.
              «Mettilo, in modo che possa vedere l'ombra che proietta».
              La congedai prima possibile e usai il mio profilo.

               Trassi  grande  soddisfazione  nel  dipingere  i  riflessi  e  le  opacità  del
          vestito di velluto scuro di Giuditta, le perle d'oro e di onice nero cucite nel
          complicato intreccio dei galloni, l'ornamento per capelli della mamma con
          la pietra rossa legata in oro, l'impugnatura della spada di Giuditta, a forma
          di Gorgone urlante. Ma quando iniziai la testa di Oloferne nel cesto di Abra

          ebbi dei problemi. Pur avendo in mente il Golia di Caravaggio, non riuscivo
          a evitare di dare al volto grigio-verdastro di Oloferne i tratti di Agostino.
               E la cosa mi angustiava. Non volevo dipingere spinta dall'odio: sarebbe

          stato goffo e meschino e avrebbe limitato per sempre la mia arte e la mia
          espressione.  Lavoravo  e  mi  preoccupavo,  e  questo  ritardava  i  miei
          progressi, ma non riuscivo a liberarmene. Non volevo rimanere legata per
          sempre  all'immagine  di  Agostino,  appesa  tra  tutti  quei  quadri  creati  con
          amore.

              Scrissi a suor Graziella e le raccontai che ero paralizzata.
               Le  domandai  come  potessi  liberarmi  dall'odio.  Rimasi  in  preda
          all'irrequietudine finché non giunse la sua risposta.

              Mia cara, se quell'uomo non ti ha allontanato dall'amore di Dio, e non lo
          ha  fatto,  allora  l'unica  cosa  che  tiene  in  vita  il  tuo  odio  per  lui  è  il  tuo
          pensiero. Solo il tuo orgoglio lo tiene intatto nella tua memoria e nel tuo
          pennello. Dissolvi il tuo orgoglio e dissolverai il tuo odio. Non è una cosa
          intelligente  essere  ancora  posseduta  dall'odio  generato  dal  dolore.  Abbi

          cura di te, Artemisia. Può sottrarre energia da ciò che tu sai essere il tuo
          fine. Il fatto che ti causi angoscia significa che hai già scoperto che non è
          degno dei tuoi maggiori obiettivi e questo, tesoro, è l'inizio dell'umiltà.

               Grazie alla  Madonna, hanno cominciato i lavori sul nostro tetto.  Suor
          Paola vorrebbe sapere se sei andata alla chiesa di Santa Trinità a Firenze.
          Vuole farti sapere che il grande crocefisso che si trova in una delle cappelle
          ha  piegato  la  testa  di  fronte  a  san  Giovanni  Gualberto,  che  si  era
          inginocchiato per adorarlo. Ho voglia di sapere tutto quello che hai visto a

          Firenze: ogni dipinto o scultura, ogni chiesa, piazza e torre, tutto quello che
          hai visto col sole, con le ombre e persino sotto la pioggia. Se hai tempo e se
          ne avrai voglia, ti prego di tradurre in parole la tua visione di artista.

              Suor Paola ti manda tutto il suo amore e così io.
               Tua  in  Cristo  Graziella  Una  sensazione  bruciante  dietro  gli  occhi
          appannò  le  parole  della  lettera.  Non  mi  ero  resa  conto  di  quanto  mi
          mancassero entrambe.
               Le  risposi  immediatamente  e  descrissi  il  primo  bassorilievo  di



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