Page 90 - La passione di Artemisia
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Presi una fettina di salsiccia e risistemai le altre per riempire il vuoto.

          La mangiai a piccoli bocconi, con delizia.
               Cercai di tenermi occupata facendo ordine nel mio armadio da lavoro,
          ma  continuavo  a  mangiare  fettine  di  salsiccia,  risistemando  le  altre  e,  a

          ogni  fetta  che  se  n'andava,  mi  diventava  sempre  più  chiaro  il  motivo
          dell'assenza di Pietro. A quel punto doveva aver saputo la notizia anche lui.
          Rimescolai l'olio con un pezzo di pane, per cancellare le lettere, spinsi da
          parte il piatto e presi la carta da lettere.
               Caro Padre, desidero comunicarti una notizia che dovrebbe farti molto

          piacere. Sono stata ammessa all'Accademia dell'Arte del Disegno.
              La prima donna.
               In un primo momento, quando vi avevo portato la mia Giuditta e la mia

          Susanna,  mi  avevano  schernito,  dicendo  che  le  donne  non  dovrebbero
          dipingere con nuove invenzioni.
               Poi ho portato i dipinti a Buonarroti. Ti ringrazio per avergli scritto. E'
          un  uomo  gentile  e  buono.  Mi  ha  commissionato  un  grande  nudo,  come
          pannello  per  il  soffitto  di  una  galleria  commemorativa  per  Michelangelo.

          Pare  che  dei  membri  dell'Accademia  l'abbiano  visto  e  abbiano  cambiato
          idea. Ma non devo esultare. Il futuro è ancora precario.
               Ora Palmira Prudenzia ha quasi tre anni e non sta mai quieta. Ha preso

          gli  occhi  scurì  e  i  ricci  neri  di  Pietro.  Non  fa  che  fare  domande.  L'altro
          giorno ha domandato: «Come faccio a crescere più in fretta?».  E dunque
          eccomi qui. Accademica e madre. Quasi non riesco a crederci. La mia unica
          preoccupazione  e  in  che  modo  Pietro  prenderà  la  mia  ammissione  in
          Accademia.

               Sempre tua figlia Artemisia Arrivò il crepuscolo e spogliò il mondo dei
          suoi colori.
               Accesi una candela e la lampada a olio di mia madre, per rendere la casa

          un luogo accogliente dove tornare. Quante volte mamma aveva preparato la
          cena per papà e lui non era tornato se non dopo che s'era freddata. Allora
          lei  si  metteva  a  cantare  una  canzone  accanto  alla  luce  danzante  della
          lampada per rasserenarsi, ma ai miei occhi era sempre malinconica. Le pere
          si stavano annerendo. Non sopportavo di vederle tanto misere e le mangiai

          tutte,  tranne  due  spicchi.  Dopotutto,  la  prima  donna  nella  storia
          dell'Accademia si meritava pur qualcosa.
               Stavo dando a Palmira il resto delle pere quando Pietro entrò con foga,

          togliendosi la giubba. I suoi lineamenti, così belli e fini, erano percorsi da
          lampi di rabbia.
              «Avresti potuto aspettare», disse.
              «Perché  l'hai  lasciata  sola?  Quando  sono  arrivata  a  casa  stava
          piangendo. Che intendi dicendo che avrei potuto aspettare? Che cosa?»



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