Page 87 - La passione di Artemisia
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dell'Arte del Disegno e signori ospiti, in questo giorno di san Luca, santo
patrono degli artisti e degli artigiani, siamo lieti di annunciare le nuove
nomine a membri per l'anno 1615».
Mi portai la mano sullo stomaco, sottosopra per l'emozione.
«I membri dell'Accademia sono tenuti nella più alta considerazione tra
gli artisti della città di Firenze e godono dei seguenti privilegi: istruzione
nelle arti del disegno, pittura, scultura, disegno architettonico, retorica e
matematica; ammissione a tutte le conferenze, agli Uffizi e, su richiesta, ad
altre collezioni private; uso degli studi, della biblioteca accademica, dei
costumi, delle proprietà e delle modelle registrate. Prego le seguenti
persone di fare un passo avanti per ricevere i documenti di
immatricolazione e firmare il nostro registro. Antonello Ignazio Barducci...
Jacopo d'Arcibaldo Daviolo».
L'assistente consegnava i documenti. A ogni nome i membri battevano
per terra i loro bastoni in gesto d'approvazione e dicevano: «Bravo!» Avevo
le dita dei piedi rattrappite e respiravo con affanno.
«Antonio Guido da Fiorentino... Gianlorenzo Frapelli».
Trattenni il respiro.
«Francesco Antonio Grepini».
Sentii il cuore affondarmi nello stomaco.
«Giacomo Luigi Romano».
Avrei voluto sprofondare nel pavimento.
«E Artemisia di Orazio Gentileschi Lomi».
Per un istante nella sala rimase sospesa l'eco del mio nome. Poi udii il
picchiare dei bastoni sul pavimento di pietra e il grido: «Brava!» Il cuore mi
balzò fuori selvaggiamente dal petto e li abbracciò tutti. Mi feci avanti e
firmai A.G. e poi L. in grandi lettere. Mi girai verso gli altri e li vidi tutti
sorridere, persino il granduca, ma soprattutto vidi il volto affettuoso e
orgoglioso di Buonarroti, così simile a quello di Michelangelo. Avrei voluto
abbracciarli tutti quanti.
Nessuno fece cenno al fatto che io fossi la prima donna ammessa
all'Accademia. Solo quella parola: brava.
Era risentimento quello che avvertivo nel dorso rigido dell'uomo
nell'angolo della sala? Nell'arco del sopracciglio di colui che gli stava
accanto? C'era qualcuno che non aveva picchiato il suo bastone? Qualcuno
che avrei dovuto vincere con le mie parole e non solo col mio pennello? Più
tardi. Lo avrei cercato più tardi. Ora era il momento delle congratulazioni.
«E' arrivato per voi il momento di essere una di noi», disse Bandinelli.
«Quel che avete compiuto con l'Indignazione vi ha resa degna di essere
ammessa all'Accademia».
«E' bastata quella?» Evidentemente non apprezzava ancora la mia
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