Page 181 - La passione di Artemisia
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cardine. «In quella casa sono successe delle cose. Cose che hanno cambiato

          il corso della mia vita».
              «E poi è anche piccola».
              «Ma che ti aspettavi, un palazzo come quello dei Gentile o di Giovanni

          de' Medici? Adesso siamo sole, dunque è meglio che ti ci abitui».
              La spinsi davanti a me e tirai il campanello della porta accanto.
              «Anche  noi  avevamo  un  campanello  come  questo»,  dissi,  pentita  di
          essere  stata  troppo  dura  con  lei.  «Mia  madre  lo  faceva  lucidare  sempre,
          perché pensava che un campanello lucente suoni con più allegria. Questa è

          la casa di tua zia e di tuo zio, il fratello di tuo padre».
               Porzia venne ad aprirci e alzò le mani al cielo. «Mamma mia! Artemisia!
          Io... Dio mio».

              Mi misi a ridere. «Non essere sorpresa. Non sono uno spettro».
              «No, no. Non sei cambiata per nulla!»
              «Nemmeno tu», dissi, ma entrambe sapevamo che non era vero. Io ero
          ingrassata e lei si era fatta più emaciata, inoltre aveva una spalla più alta
          dell'altra. Prima non lo avevo mai notato.

              «Questa è Palmira, mia figlia».
              «Di Pierantonio?» mi domandò sottovoce.
              «Naturalmente».  Ma  che  credeva,  che  le  portassi  in  casa  una  figlia

          dell'amore?
              «Che bellina. Hai i riccioli e gli occhi scuri di tuo padre e la pelle di tua
          madre».
               Porzia  spalancò  il  portone  e  ci  fece  entrare,  passando  per  il  piccolo
          cortile. Oramai zoppicava talmente che a guardarla mi si strinse il cuore. Ci

          diede una ciotola di polenta ciascuna, che aveva preso col mestolo da una
          pentola di rame appesa sul fuoco, e versò due bicchieri di vino. Poi prese un
          bicchierino più piccolo: «Un sorso anche per lei, con dell'acqua?»

              «Un pochino».
              «Vi stabilirete a Roma?»
              «Finché  ci  sarà  lavoro.  Dobbiamo  accettare  il  fatto  che  la  professione
          del pittore è una professione da girovaghi, vero Palmira?»
              «Che significa questa parola?»

              «Andare in giro. Pensa. Non capita spesso di aver vissuto in tre città».
              «Ci sono barche a Roma?» chiese Palmira a Porzia.
              «No, ma ci sono altre cose che ti piaceranno. Ci sono cose molto, molto

          antiche».
               Palmira  fece  una  boccaccia  e  dondolò  le  gambe.  Non  vedevo  l'ora  che
          diventasse alta abbastanza da smetterla con quel continuo dondolio. Non ci
          sarebbe voluto molto.
              «Questo è un buon momento a Roma per gli artisti», disse Porzia. «E'



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