Page 157 - La passione di Artemisia
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impararlo».
Alcuni mesi dopo, un giorno in cui Giuliana era già andata a casa e io
stavo dipingendo la testa dell'aspide sulla pelle nuda di Cleopatra, Palmira
entrò di corsa, agitando un pezzo di merletto che le aveva regalato Bianca
Gentile.
Si fermò di botto.
«Uhh! Perché tiene in mano il serpente?» domandò.
«E' un aspide. Un serpente velenoso. Questa è Cleopatra, regina
d'Egitto, Cipro, Creta e Siria. Una donna molto ricca e potente», le dissi.
«Ha avuto due grandi amori nella vita: Giulio Cesare, un generale romano,
e Marco Antonio, governatore dell'Asia Minore».
«Ma perché tiene in mano quel serpente?» La voce aveva un tono
irritato.
«Si sta per suicidare facendosi mordere dall'aspide. O forse l'ha già
fatto».
Palmira scosse le spalle. «E' ricca e vuole morire?»
«E' stata sconfitta in guerra da un imperatore romano e non vuole
essere portata in trionfo in catene per le vie di Roma. Roma ha sempre
amato gli spettacoli. Soprattutto quelli di una donna umiliata».
«E' una cosa stupida desiderare di morire».
«Non sempre», osservò Renata, che era nello studio.
«Che ne diresti di stare in mezzo a una folla che ti maledice e ti lancia
addosso delle cose?»
Palmira fece spallucce. «Dov'è il morso?»
Osservai ciascuno dei seni, l'avambraccio, persino la gola. Non
sopportavo di infliggere una ferita a quelle carni morbide che avevo dipinto
con tanta maestria. «Ancora non lo so».
«Forse da nessuna parte», disse Renata. «Magari ha solo desiderato
morire. O magari nella sua vita ha già amato così tanto da poter passare
dall'altra parte... in modo mistico... chiamata da Marco Antonio prima
ancora di essere morsa dall'aspide».
Era un'idea che mi piaceva. Mi volsi verso Palmira per vedere che ne
pensava.
«Non è molto bella», osservò mia figlia.
«Ma ha una bellezza spirituale», osservò Renata.
Palmira si acconciò il merletto attorno al collo e prese a ballare
eseguendo i passi di danza che le aveva insegnato Margherita. «Quella non
conta».
La mia Cleopatra piacque a Cesare e a Bianca, che la fecero incorniciare
in modo originale e l'appesero al posto d'onore nel salone. Più tardi
vennero nel mio studio e mi trovarono mentre tentavo di tirare da sola la
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