Page 13 - La passione di Artemisia
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come modelli per una Madonna col Bambino. Lo fece entrare lei. Mio padre

          era andato via. Lei conosceva Agostino. Era un amico di mio padre.
              Mio padre lo aveva ingaggiato per insegnarmi la prospettiva».
              «Perché non avete gridato?»

              «Non potei. Mi premette un fazzoletto sulla bocca».
              «Non avete provato a fermarlo?»
              «Gli ho tirato i capelli e gli ho graffiato il viso e... il membro. Gli tirai
          perfino un pugnale».
              «Una donna virtuosa tiene un pugnale in camera da letto?»

              La testa mi si stava per spaccare in due. «Una donna minacciata lo fa».
              «E dopo quell'occasione?»
              «Tornò di nuovo. Fu Tuzia che lo fece entrare. Mi si gettò addosso e...

          mi penetrò». Rivoli di sudore mi scivolavano tra i seni.
              «Avete opposto resistenza?»
              «Lo graffiai e lo respinsi».
              «Avete sempre opposto resistenza?»
               Cercai  il  viso  di  Agostino.  Era  immobile,  come  un  dipinto.  «Di'

          qualcosa». Non più tardi di due mesi prima mi aveva detto che mi amava.
          «Agostino», lo supplicai, «non lasciare che mi facciano questo».
              Abbassò lo sguardo e si pulì lo sporco dalle unghie.

               Il  luogotenente  si  rivolse  ad  Agostino.  «Volete  ritrattare  la  vostra
          dichiarazione di innocenza?»
               La  faccia  di  Agostino,  dai  tratti  decisi,  divenne  fredda  e  brutta.  Non
          volevo  supplicare.  Non  lui.  Santa  Maria  -  pregai  -  non  fare  che  debba
          supplicarlo.

              «No», rispose. «E' una puttana, esattamente come sua madre».
              «Pensava di essere fidanzata!» urlò papà da dietro la cortina.
              «Era sottinteso. Lui l'avrebbe sposata. Delle giuste nozze riparatrici».

               Il luogotenente si chinò verso di me. «Non avete risposto alla domanda,
          signorina. La sibilla può arrivare a troncarvi un dito».
              «E' Agostino sotto processo, non io. Sottoponete lui alla sibilla».
              «Stringi!»
               Madre  di  Dio,  fammi  svenire  prima  che  io  gridi.  Il  sangue  prese  a

          scorrere.  La  mia  camicia  bianca  nuova  si  inzuppò  di  rosso.  Papà,  falli
          smettere. Che avrei dovuto fare?
               Dire loro quello che volevano? Mentire? Dire che ero una puttana? Non

          sarebbe servito ad altro che a far assolvere Agostino. Un altro giro. «Oh, oh,
          oh, basta!» Stavo urlando?
              «Per l'amor di Dio, basta!» urlò papà e si alzò in piedi.
              Il luogotenente schioccò le dita per farlo imbavagliare.
              «Dio ama coloro che dicono la verità, signor Gentileschi».



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