Page 96 - Il mercante d'arte di Hitler
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gli occhi. Vedere in quelle condizioni una tale autorità come il

                padre non è facile per Hildebrand. Neppure due settimane dopo

                il suo ritorno dalla Lituania, il 22 gennaio 1919, parte alla volta
                di Francoforte per cominciare gli studi. Dove questo dovrebbe

                portarlo ancora non lo sa. «Comprendere chi siamo noi, è questo

                ora il nostro compito»: ne farà il suo motto per gli anni a venire.

                Questo  senso  di  smarrimento  è  rintracciabile  anche  nelle  sue

                posizioni politiche. Sa solo una cosa, che ora occorre trovare un
                «governo  che  osi  qualcosa».  Partecipare  all’elezione

                dell’Assemblea nazionale tedesca il 19 gennaio 1919 è per lui

                un  dovere.  Decide  di  votare  per  l’SPD:  per  «la  Società  delle

                Nazioni,  il  disarmo,  la  democrazia».  A  dare  la  propria

                                                                                               7
                preferenza a qualcuno più a sinistra non ci pensa neppure .
                   Alle  elezioni  del  19  maggio  1919  è  la  prima  volta  che

                Hildebrand  si  reca  alle  urne,  poiché  per  la  precedente  tornata

                elettorale, due anni prima dello scoppio della guerra, era ancora

                troppo  giovane.  Come  Hildebrand  si  aspettava,  l’SPD  ne  esce

                come  la  forza  dominante  e  forma  una  coalizione  assieme  ai
                centristi  e  al  Partito  democratico  tedesco  (DDP).  Il  voto  di

                Cornelius Gurlitt è diverso da quello del figlio: «Io non sono un

                democratico e per questo ho scelto il Partito popolare tedesco» .
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                Partito  nazionalpopolare  tedesco  (DNVP)  si  colloca  nella

                tradizione  conservatrice  dei  sostenitori  dell’Impero.  In  esso

                sono  rappresentati  impiegati,  esponenti  della  classe  media  e
                della borghesia colta. Contrario alla rivoluzione, il partito aspira

                a una restaurazione della monarchia. Non c’è da stupirsi se il

                palco su cui Cornelius Gurlitt fa propaganda al DNVP prima delle

                elezioni  viene  preso  d’assalto  dagli  spartachisti  tra  «pugni
                                                                                    9
                chiusi, sedie che volano ed espressioni rabbiose» . Anche da qui

                si  vede  con  chiarezza  quanto  divergano  le  strade  di  padre  e




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