Page 101 - Il mercante d'arte di Hitler
P. 101
infastidita da tutto e se lì ero aperta a ogni cosa, qui, in questo
19
caos, sono profondamente chiusa in me stessa» .
Hildebrand va a trovarla per l’ultima volta nel maggio 1919 e
riferisce a Wilibald il proprio senso di impotenza per le
condizioni emotive della sorella: «Quanto a Eitel, purtroppo, sta
molto male davvero. Solo non riesco a dire granché, perché la
cosa mi angoscia da troppo tempo e non mi stupisce che anche
mamma e papà lo abbiano notato. Eitel è – sì, è difficile riuscire
a scriverlo – morta, è questa forse la parola più calzante. Non
sono tipo da pianti o frasi retoriche. Ma a volte è stato penoso
per me, Dio solo sa quanto, dover assistere man mano a quel
20
che accadeva» . Il 4 agosto Cornelia ingerisce un veleno in una
pasticceria cui si è recata, perde i sensi e viene portata alla
clinica Elisabeth in Lützowstraße 24. La mattina del 5 agosto
muore a seguito di un arresto cardiaco. Non lascia alcuna lettera
di addio. Il padre preferirà credere che la ragazza non abbia
«retto lo sforzo fisico e psichico dei quattro anni di servizio
21
come infermiera sul fronte russo» . In tal modo riesce a
addolcire e rielaborare la morte della figlia dandole un senso
patriottico. Ma il motivo scatenante del suicidio è stato
probabilmente l’infelice storia d’amore con Paul Fechter, del
quale a un certo punto Cornelia era rimasta incinta; ma la
22
relazione, una volta in Germania, non ha avuto un seguito .
Anche Fechter vive a Berlino dalla fine della prima guerra
mondiale, lui però è tornato dalla moglie e dai figli. Anni dopo
Fechter intercederà per Gurlitt nella redazione culturale del
quotidiano «Deutsche Allgemeine Zeitung», dove comincia a
lavorare al suo ritorno dalla guerra. Lo scrittore e giornalista è la
persona a Vilnius che «ha colpito [Cornelia] più nel profondo,
101