Page 106 - Il mercante d'arte di Hitler
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d’arte per conto dei nazisti nei territori occupati e continuerà
indisturbato a seguire i suoi affari apparentemente insensibile a
quel che sta accadendo attorno a lui. Da studente perlomeno si
pone ancora un problema di responsabilità. Cinque giorni dopo,
tuttavia, il putsch di Kapp fallisce a causa della resistenza
armata dei proletari, delle divisioni tra i militari sulle finalità
reali del golpe e dello sciopero generale indetto dall’SPD.
Anche dopo la fine dei drammatici eventi Hildebrand riflette
sulla propria passività: «Finché c’era Kapp, io non ho fatto
niente, a parte maledirlo ovunque ne avessi occasione». La
situazione lo disorienta: «Dopo i giorni del putsch mi ritrovo ora
a essere molto stanco. Eravamo tutti così terribilmente soli in
questo periodo, ognuno concentrato solo su se stesso. Nessun
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ceto o classe cui potersi richiamare» . Proprio allora
Goldschmidt riesce a fargli avere un lavoro piuttosto
remunerativo accanto agli studi e la quotidianità riprende il suo
corso. Come assistente dell’inventarista brandeburghese Georg
Voss ha il compito di aiutarlo a censire i monumenti artistici
della Marca di Brandeburgo. Hildebrand Gurlitt ha buona
esperienza in questo campo, conoscendo i metodi del padre, cui
il ministero degli Interni dello Stato di Sassonia aveva affidato
diverse volte l’inventario dei monumenti artistici della Sassonia.
Durante i tre semestri che seguono Hildebrand guadagna
trecento marchi imperiali al mese per tre pomeriggi di lavoro la
settimana, e durante i periodi di chiusura all’università ben
ottocento lavorando a tempo pieno. Hildebrand ha bisogno di
denaro, perché i genitori non riescono a mantenerlo con la
modesta pensione del padre. Con i duecento marchi imperiali
messigli finora a disposizione ogni mese riesce a malapena a
sbarcare il lunario, nonostante si accontenti della mensa
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