Page 111 - Il mercante d'arte di Hitler
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come si senta Hildebrand in quella circostanza, dopo essere già
riuscito a scampare al controllo dei genitori.
Seppure inizialmente Hildebrand trovi “carina” la
sistemazione presso la signora Löschke, presto si trasferisce in
città. I genitori ne prendono atto con sollievo, perché in fondo
temevano che l’albergatrice di Tegel potesse importunare il
figlio e rappresentare “un pericolo per Hildebrand”. E mamma
Marie inveisce su di lei, rincarando la dose: «È una donna
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sciatta in modo spaventoso: casa sua è sporca e disordinata» .
Alla fine anche Hildebrand ammette di fronte al fratello di
essersi trovato in situazioni incresciose: «La signora Löschke
con le sue follie era davvero una tortura. Non mi pareva una
cosa da gentle man venirlo a raccontare a voi, come del resto
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non l’ho raccontato neppure ai miei amici» . Il suo nuovo
alloggio si trova, certo, “in una brutta zona”, ma a Hildebrand
va bene, perché dal suo appartamento al quarto piano di
Leibnizstraße 104 a Charlottenburg è decisamente molto più
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vicino all’università . Ai genitori racconta, soddisfatto: «Ho
dormito fino a adesso. Su un ampio sofà. In camera ci sono
anche un letto, un tavolo, una scrivania, delle sedie e un
armadio. Tutto marrone, in legno chiaro. Pulitissimo,
l’appartamento è grande, ha due stanze ed è luminoso». Alla
nuova padrona di casa paga quaranta marchi imperiali al mese,
più il vitto e può chiamarla in ogni momento: «Signora Lux, il
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mio caffè, per favore» . Dopo il trasloco, alle lezioni di Adolph
Goldschimdt conosce Leopold Reidemesiter, si tratta della
prima amicizia autonoma che Hildebrand stringe a Berlino
senza un qualche legame preesistente con la sorella.
Reidemeister è pronipote di Wilhelm von Bode, il direttore
generale di quelli che oggi sono i Musei statali di Berlino,
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