Page 113 - Il mercante d'arte di Hitler
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attorno a Kemperplatz, in Bellevuestraße, Victoriastraße o
Tiergartenstraße.
Per un breve periodo Gurlitt trova in questo giro il proprio
futuro. L’ambiente risulta però ancora sospetto al giovane
studente che aspira alle sfere più alte in ambito museale, mentre
i genitori si augurano per lui una carriera accademica.
Hildebrand cerca allora l’approvazione dal fratello: «Lo
stipendio è buono […] Inoltre entrerei in contatto con i maggiori
storici dell’arte, il fatto che anche il nipote di Bode, il mio
amico, svolga questa attività è importante per il mio presunto
futuro. Questa cosa non è un negozietto, ha delle filiali
all’estero e in tutta la Germania e rapporti con tutto il mondo.
Qualunque museo sarebbe felice di sapere che ho lavorato lì,
qualora si trattasse ad esempio di assumermi. So che questo
sarebbe un passo nella vita pratica, oltre il lavoro di studioso,
ma questo di fatto l’ho sempre voluto. Ti prego, scrivimi e
dimmi quel che pensi, è molto importante per me sapere se la
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consideri una cosa squallida o penosa» .
Ma l’idea alla fine va a monte, perché Plietzsch ha già trovato
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un’altra persona . I due rimangono però in contatto. Quasi
vent’anni dopo entreranno però di nuovo in rapporti d’affari,
questa volta entrambi nel ruolo di mercanti d’arte per conto dei
nazisti. Nella Berlino del 1920 Plietzsch è già un gallerista
affermato, in casa sua vanno e vengono artisti come Max
Pechstein, Rudolf Belling, George Grosz, Richard Scheibe,
Alfred Partikel e altri che Hildebrand conoscerà forse proprio
grazie a lui. Nel 1922 Reidemeister organizza insieme a
Plietzsch nella Galleria van Diemen la leggendaria “Prima
mostra d’arte russa”, con opere di Marc Chagall, El Lissitzky e
Kasimir Malewitsch. Con essa il Costruttivismo si diffonde in
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