Page 95 - Il mercante d'arte di Hitler
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nuova Lega degli architetti costituitasi nel 1919 lo nomina
presidente, come pure l’Accademia tedesca di edilizia urbana.
A differenza di suo padre, Hildebrand Gurlitt è pronto ai
cambiamenti e alla nuova politica. L’incontro con i commilitoni
dell’Ober-Ost in guerra ha allargato i suoi orizzonti. Per la
prima volta ha potuto muoversi oltre i confini dell’universo di
pensiero della casa paterna e ha imparato a sviluppare proprie
opinioni. Come lui anche i suoi commilitoni hanno studiato
negli anni del movimento di riforma e rivoluzione
dell’educazione artistica e ne sono stati plasmati e ciò li ha resi
piuttosto ricettivi a idee ben più radicali. Tra i vecchi compagni
dei circoli di discussione di Hildebrand non c’è nessuno ora che
sostenga la monarchia. Ciò non sorprende, in fondo erano loro
le opere e le poesie che agli inizi del secolo l’imperatore
Guglielmo II ha definito “arte di fogna”. Di fronte alle
esperienze sconvolgenti della guerra il legame di molti artisti
con lo Stato tedesco si allenta.
Anche Hildebrand nutre dei dubbi, come è emerso nell’ultimo
capitolo. Alle sue molte domande non riesce a dare risposta
tanto velocemente. Né gli interessa più l’opinione del padre in
tema di politica. Se tanto scarso è stato finora il senso critico di
Hildebrand rispetto a ciò che sentiva dire in casa negli anni
prima della guerra, con pari scetticismo l’ormai ventitreenne
considera ora le idee dei genitori. La situazione domestica al
suo ritorno a Dresda, a principio dell’anno 1919, lo deprime,
Hildebrand deve prendere atto che i genitori danno segni di
debilità e che il padre non è più il fiero membro del Gran
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consiglio del Regno di Sassonia, ma solo un uomo anziano .
Poco dopo capodanno, Cornelius viene operato per la seconda
volta alla cataratta e per giorni deve tenere una benda su ambo
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