Page 94 - Il mercante d'arte di Hitler
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elevato a massima di vita, “Al servizio!”, se esprime anzitutto

                l’obbligo verso il popolo tedesco, fino al 1918 è da intendersi

                anche come giuramento di fedeltà nei confronti del primo uomo
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                dello  Stato,  l’imperatore .  In  conformità  a  tale  principio  si  è
                sempre  trattenuto  in  tutti  quegli  anni  dall’esprimere  qualsiasi

                commento,  quando  ne  andava  dell’ideale  artistico  ufficiale  e

                questo divergeva dai suoi gusti. Ma adesso, nella primavera del

                1918,  confida  alla  cognata  Mary  le  proprie  paure:  «Forse  ora
                dobbiamo tutti passare attraverso l’orrore del disordine, prima

                di  poter  comprendere  nuovamente  quale  sia  davvero  il  nostro

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                posto nella vita della collettività» . E a pochi giorni dal primo
                anniversario  della  capitolazione  dell’Impero  tedesco,  fa  un

                bilancio  nel  complesso  positivo  di  quell’anno  di  lavoro,  e
                tuttavia: «[…] nulla di tutto questo può lenire il dolore per la

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                disfatta della Germania» .
                   Cornelius Gurlitt si dedica allora ancor più alacremente alle

                proprie pubblicazioni. Lavora alla stesura della sua opera in due

                volumi su Augusto il Forte e la Sassonia del suo tempo, la sua
                opera maestra uscirà nel 1924. Nel 1919 prosegue inoltre con un

                nuovo volume la serie della sua Beschreibende Darstellung der

                älteren  Bau-  und  Kunstdenkmäler  des  Königreichs  Sachsen

                (Guida dettagliata ai monumenti artistici e architettonici antichi

                del Regno di Sassonia), cui segue nel 1920 un Handbuch des

                Städtebaus (Manuale di urbanistica). Il 1° aprile 1920 Cornelius
                Gurlitt lascia il Politecnico e va in pensione.

                   Da  quel  momento  comincia  per  l’ormai  settantenne  un

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                periodo,  come  lo  definisce  lui,  di  «(irre)quiescenza» .  I  suoi
                diversi  incarichi  lo  obbligano  a  continui  viaggi,  soprattutto  a

                Berlino,  dove  è  impiegato  come  consigliere  ministeriale.  La







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