Page 75 - Il mercante d'arte di Hitler
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                “una pallottola per la patria”» . Per medicare la seconda ferita
                viene  mandato  a  Würzburg  e  gli  viene  concesso  di  tornare  a

                Dresda, per potersi riprendere sul piano psichico. La sua salute è
                messa a dura prova.

                   Durante tutto il periodo della guerra, Gurlitt ha evidentemente

                il  permesso  di  tornare  a  casa  di  continuo.  Mentre  svolge  il

                servizio  di  leva,  parallelamente,  si  iscrive  al  Politecnico  di

                Dresda  dall’autunno  1914  fino  a  tutto  il  semestre  invernale
                1918-1919,  dove  approfitta  di  un’offerta  formativa  piuttosto

                ampia: frequenta lezioni di Fondamenti di estetica, Storia della

                filosofia, o ancora un Seminario di letteratura contemporanea, e

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                tra questi anche i corsi tenuti dal padre . In quanto granatiere in
                riserva Gurlitt si ritrova costantemente in aspettativa, in attesa
                della successiva chiamata.

                   Durante  questa  fase  il  giovane,  sempre  più  disturbato,  fa  il

                pieno  di  cultura,  va  a  teatro  e  a  concerti,  frequenta  lezioni,

                assiste  a  conferenze,  di  cui  poi  potersi  nutrire  al  fronte.  Il

                fratello maggiore mantiene con lui una corrispondenza in questi
                anni; al padre, invece, Hildebrand manda ben poche lettere – e

                nessuna  in  cui  si  apre  come  fa  con  il  fratello.  Accanto  a

                resoconti, alquanto insignificanti, su attività quotidiane come lo

                scavo delle trincee o riflessioni, come se offrirsi o meno quale

                assistente di bandiera per godere di un trattamento privilegiato

                presso gli ufficiali, la musica è un tema ricorrente nello scambio
                epistolare  tra  i  due  fratelli.  Per  l’apparentemente  impavido

                Hildebrand la musica rappresenta una dimensione consolante in

                cui  può  proiettare  i  propri  patimenti:  «Quando  ci  rivedremo,

                ascolteremo insieme il coro finale della Nona sinfonia ed essa

                sgorgherà  dai  nostri  cuori.  A  questo  pensiamo  sul  campo  di
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                battaglia» .




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