Page 52 - Il mercante d'arte di Hitler
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e onnicomprensiva. E propone uno “sguardo ispirato” che volga
lontano, oltre il singolo edificio o oggetto d’arredamento, verso
il complesso tessuto sociale, economico e edilizio, che va
riplasmato a misura d’uomo. Schumacher concepisce il proprio
ruolo di architetto come quello di generatore di cultura che si
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pone a servizio della società . Al Politecnico di Dresda
vorrebbe superare l’infelice specializzazione nei singoli campi
artistici. Il suo obiettivo è l’opera d’arte totale, la fusione di
tutte le arti con cui l’arte si integra nella vita e sperimenta una
rinascita a partire dalle esigenze della quotidianità. A
fondamento di tutto questo si trova l’architettura. Sul suo
terreno si incontrano la scultura e la pittura, cui si aggiunge
l’arte dell’arredamento, questa la convinzione di Schumacher,
condivisa anche da Gurlitt e Muthesius. Per loro l’architettura è
«la madre di tutte le arti».
Cornelius Gurlitt apre le porte del Politecnico a queste nuove
idee. Con l’introduzione di un esame di diploma da lui voluto
per la propria facoltà, gli architetti ottengono per la prima volta
ottenere un titolo di grado accademico e possono affrancarsi
così dalle scuole di ingegneria edile gestite dallo Stato.
L’architettura viene sciolta dai servizi per il pubblico impiego,
concedendo al progettista una maggiore libertà creativa. Nel
percorso formativo viene assegnata maggior importanza alle
materie più prettamente artistiche rispetto a quelle tecniche e
l’esercizio pratico domina sulla pura teoria delle nozioni
impartite a lezione. Al fine di integrare tra loro generi diversi,
Schumacher dà vita a una cooperazione tra l’Accademia delle
belle arti e la Scuola di arti e mestieri di Dresda. L’architetto
così formato in maniera globale trova un ben più ampio campo
d’azione rispetto all’artista indipendente. Per questo molti
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