Page 447 - Il mercante d'arte di Hitler
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l’autorizzazione «a poter gestire sotto la propria responsabilità
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singoli casi di dubbia provenienza» . Su seimila musei tedeschi,
sono appena 285 gli istituti ad aver cominciato all’inizio del
2014 l’ispezione dei propri assortimenti, e buona parte sta
lavorando a temi specifici e rimane del tutto estranea al
problema dell’arte rubata.
Lo scandalo Gurlitt ha reso la necessità di un intervento ancor
più urgente. Nel 2014 il ministro della Cultura Monika Grütters
ha innalzato i fondi annuali dell’Agenzia di ricerche sulla
provenienza a quattro milioni di euro e istituito alla fine
dell’anno il Deutsches Zentrum Kulturgutverluste-Lost Art
Foundation di Magdeburgo. Con l’istituto, sostenuto dallo Stato
federale, dai Länder e dai distretti, hanno trovato un tetto
comune il centro di coordinamento di Magdeburgo, con la sua
banca dati “Lost Art”, l’Agenzia di ricerche sulla provenienza
berlinese, l’ufficio della Commissione Limbach, nonché uno
sportello per studiosi del settore e la nuova guardia della Task
Force Schwabinger Kunstfund. Qui non solo le attività sul
campo delle ricerche pubbliche si incrociano tra loro, ma anche
i discendenti dei collezionisti privati che hanno presentato
istanza trovano un punto d’appoggio. A completamento di tale
quadro, il giornalista Stefan Koldehoff oggi propone di istituire
una fondazione “Arte rubata”, analoga alla già esistente
Fondazione “Memoria, responsabilità e futuro” creata nell’anno
2000. L’istituto, per il cinquanta per cento finanziato da imprese
commerciali tedesche, è finalizzato all’indennizzo dei lavoratori
forzati del regime nazista. La nuova fondazione “Arte rubata” –
questa l’idea – dovrebbe poter offrire ai proprietari privati
un’adeguata somma quale forma di risarcimento e permettere
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così di pervenire infine a una risoluzione amichevole . La felice
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