Page 451 - Il mercante d'arte di Hitler
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devoluto le 5.289 opere della sua raccolta a una fondazione cui
hanno dato vita, congiuntamente, la Repubblica austriaca e la
Banca nazionale e nel cui consiglio di amministrazione siedono,
accanto a membri della famiglia, anche rappresentanti del
governo. Dal 2008 il museo permette che tutte le proprie opere
precedenti al 1938 siano sottoposte a indagine sulla loro
provenienza. Oltre a due lavori di Anton Romako, si è arrivati a
un accomodamento anche per altri due quadri di Egon Schiele:
il dipinto Case sul mare e, dopo un contenzioso giudiziario
durato dodici anni, il Ritratto di Wally Neuzil, estorto alla
commerciante d’arte di Vienna Lea Bondy-Jaray con
l’“arianizzazione” della sua galleria. La procura di Stato
americana aveva confiscato il quadro nel 1998, in mostra al
Museum of Modern Art di New York, dopo che gli eredi della
gallerista avevano sporto denuncia. A motivazione del sequestro
fu addotto il divieto di introduzione di merce rubata negli Stati
Uniti. Lo spettacolare processo scatenò il dibattito in Austria, in
seguito al quale fu emessa la Legge per la restituzione degli
oggetti d’arte che autorizzava il governo a rendere ai loro
proprietari le opere d’arte rubate. La legge non può essere
applicata alle fondazioni private, certo, ma il Leopold Museum
ha deciso di allinearsi ai Princìpi di Washington e si è rimesso
volontariamente alle indicazioni della Commissione Michalek,
dal nome del precedente ministro della Giustizia, Nikolaus
Michalek. A differenza di quanto accade con la Commissione
Limbach, le sue decisioni sono vincolanti per i musei pubblici,
tuttavia non per le fondazioni private. Inutilmente gli eredi del
collezionista Karl Mayländer attendono infatti dal Museo
Leopold la consegna di cinque tavole di Schiele. Mentre
l’Albertina di Vienna ha da tempo restituito loro delle opere, il
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