Page 397 - Il mercante d'arte di Hitler
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Lousville, nello Stato del Kentucky. Furioso, minaccia Thomas
Messer, il direttore dell’American Federation of Arts e
organizzatore dell’evento per parte americana, di ritirare il
proprio prestito qualora non gli si forniscano maggiori
informazioni. L’unica recensione di un giornale americano che
gli viene fornita a seguito di tutto questo è un’accigliata
discussione miscellanea in cui la mostra non compare che al
terzo punto, in cambio viene però criticata di non fornire con i
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dipinti un quadro completo degli artisti esposti .
Riparazioni: le opere tornano in Francia
Nel suo periodo a Düsseldorf, Gurlitt però non è richiesto
soltanto come concessore di opere, ma anche come informatore
nelle ricerche sugli oggetti d’arte rubati dai nazisti e passati per
le sue mani. I primi a rivolgersi a lui sono gli Alleati, e dopo di
loro le autorità federali tedesche. Già tra l’autunno e l’inverno
del 1948, prima cioè della nascita della Repubblica federale, gli
americani hanno affidato completamente alla tutela del primo
ministro di Assia e Baviera i resti in giacenza al Central
Collection Point di Monaco e Wiesbaden. Numerosi oggetti
sono stati quindi rimpatriati, ma di 10.600 opere d’arte
provenienti dal progetto speciale Linz, da altri operazioni di
sequestro o da collezioni private di membri eminenti del Partito
nazionalsocialista all’epoca non è stato fin lì ancora possibile
chiarire l’origine. Nonostante l’enorme impiego di forze, gli
Alleati non sono riusciti a risalire lungo tutte le tracce della
gigantesca spoliazione di opere d’arte. Per questo, ancora poco
prima della creazione della Repubblica federale, il consiglio dei
ministri della Cultura delle tre zone occidentali approvano la
nascita di una commissione della Trizona deputata di lì in avanti
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