Page 391 - Il mercante d'arte di Hitler
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Gurlitt sa come raggiungere un pubblico di massa e al
contempo porta avanti una missione pedagogica. Il suo ideale è
quello di un Kunstverein che «adempia al suo dovere
presentandosi come banditore audace, soggetto scomodo che
promuove l’arte seria, anche quando non è gradita, che rimanga
unito, e non guardi alle proprie casse ma allo spirito e
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all’arte» . “Soggetto scomodo” Gurlitt in ogni caso non lo è più
con le sue esposizioni, l’arte moderna un tempo messa al bando
è adesso piuttosto apprezzata dal pubblico; non ultimo grazie al
suo impegno a favore dell’Espressionismo, esso è ora tendenza
dominante della nuova politica culturale tedesca. Con le sue
mostre d’eccezione, Gurlitt dona alla vita culturale della
capitale renana nuovo prestigio. La città lo ringrazia e dopo la
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sua morte gli dedica una strada .
Accanto all’attività al Kunstverein, anche la collezione
personale di Gurlitt costituisce per lui uno strumento di azione
pubblica, o almeno quelle opere di arte moderna che egli dà in
prestito per le esposizioni. Con l’assunzione del nuovo incarico
a Düsseldorf Gurlitt ha chiuso, certo, con gli anni da negoziante
al servizio del Terzo Reich. Ma con le circa 2.000 opere d’arte
che egli all’epoca ha acquistato e mai rivenduto rimane
ugualmente un vincolo con il passato. Il sua vasto assortimento
è composto in modo piuttosto eterogeneo. Un terzo abbondante
è costituito dalla collezione che egli ha sistematicamente
accumulato: a partire dagli acquerelli da lui inizialmente
comprati per il König Albert Museum a Zwickau e che ha poi
rilevato a titolo privato, quando la città ne ha rifiutato
l’acquisto. Nel corso degli anni Gurlitt ha messo insieme
un’eccezionale collezione di opere grafiche espressioniste, in
particolare dal fondo di “arte degenerata”, che qualunque museo
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