Page 39 - Il mercante d'arte di Hitler
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dottorato con una tesi sull’architettura inglese. Presso l’istituto
fondò inoltre una Collezione di architettura che divenne presto
una delle più grandi e moderne del Paese. Tra gli altri incarichi
al Politecnico di Dresda, l’attuale Technische Universität,
Cornelius Gurlitt si impegnò a proseguire il lavoro di inventario
dei monumenti sassoni cominciato dai suoi predecessori, che si
concluse con il quarantunesimo volume nel 1923. Per portarlo a
termine, lo storico dovette viaggiare in lungo e in largo per il
Paese a bordo di un “cocchio”, un veicolo semplice a due assi,
per fare misurazioni, schizzi e valutare la qualità degli edifici,
non da ultimo, con l’occhio del costruttore manuale. Come suo
padre, fu anche lui un instancabile viaggiatore. Più volte, per i
suoi studi, si recò a Costantinopoli, in Dalmazia, in Serbia e in
Bulgaria. Pubblicò un lavoro dopo l’altro, una delle sue opere
più importanti è Die deutsche Kunst des 19. Jahrhunderts
(L’arte tedesca del XIX secolo), accanto al volume su Augusto II,
il Forte. Gurlitt fu tra i primi a riconoscere l’importanza
dell’urbanistica, anche e proprio guardando alla propria città,
Dresda, dove in quegli anni era in progetto la riorganizzazione
della viabilità. Fu il primo docente di un istituto di formazione
superiore a tenere lezioni di urbanistica e a organizzare
convegni sul tema per gli esterni.
Dall’ampia portata di ognuna delle sue tante occupazioni si
può supporre che Cornelius Gurlitt trascorresse ben poco tempo
in casa. Il suo epistolario rivela però con quale intensità egli sia
riuscito ciononostante a prendersi cura della vita familiare,
accanto alla moglie Maria, figlia di un illustre avvocato e
membro del consiglio di Dresda con un fiorente studio nel
centro storico di Dresda e che assieme agli eredi della casa
editrice di famiglia fu anche trascinato in causa nel contenzioso
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