Page 377 - Il mercante d'arte di Hitler
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Anche l’attività culturale a Düsseldorf si risveglia prima che
nelle altre città tedesche. All’arrivo di Gurlitt le strade sono da
tempo state sgomberate e hanno riassunto i vecchi nomi. I tram
sono già in servizio, si tengono concerti, a teatro spettacoli
vanno in scena. Il monumento più famoso di Düsseldorf, la
statua equestre del principe Giovanni Guglielmo a opera di
Gabriel de Grupello è tornata nella piazza del Mercato dal luogo
in cui era stata messa al sicuro. Anche la Kunstakademie ha
ripreso le sue attività con Ewald Mataré come nuovo direttore.
Lo scultore conosce bene Gurlitt, la sua prima mostra personale
di opere plastiche e xilografie, infatti, ha avuto luogo presso la
galleria berlinese del cugino di Gurlitt, Wolfgang, nel 1926. Un
altro indirizzo importante della vita culturale di Düsseldorf nel
dopoguerra è la Collezione civica d’arte, sotto la guida di
Werner Doede dal 1945 al 1953. Come i direttori di altre
istituzioni, anche lui tenta di colmare per tempo le lacune
procurate all’assortimento dall’operazione “Arte degenerata” e
far avvicinare il suo pubblico all’arte moderna. Nel 1947 e 1948
mette in mostra nelle sue esposizioni opere di Paul Klee e degli
espressionisti.
Con premesse così favorevoli, durante i colloqui preliminari
alla fine del 1947 Gurlitt è preso da un senso di euforia, poiché
gli sembra qui di poter fare molto. Pieno di slancio va a
negoziare il suo contratto. A più riprese tra novembre e
dicembre parte ogni volta da Aschbach con tutte le scomodità,
prima deve prendere un’auto a noleggio per raggiungere il
centro più vicino a Schlüsselfeld, poi prosegue in treno fino a
Düssel dorf. Gurlitt si mostra un interlocutore piuttosto tenace
nelle trattative. Per sé e la sua famiglia cerca di trarre il
massimo – ripensando anche a come alla fine a Zwickau e ad
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