Page 372 - Il mercante d'arte di Hitler
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nella seconda metà di febbraio. Il soggetto della mostra è ciò di
cui Gurlitt ha fatto la sua bandiera, e come è ovvio accetta di
partecipare. Subito si sviluppa con il museo un intenso scambio,
a fine gennaio Gurlitt si reca a Krefeld per quattro giorni. La
cittadina comincia ad attrarlo, anche perché al nuovo direttore si
richiede in particolare esperienza nel campo dell’educazione
artistica. Qui Gurlitt potrebbe continuare il percorso cominciato
a Zwickau e ad Amburgo. Senza perdere tempo presenta la
propria candidatura all’amministrazione comunale di Krefeld,
dove tuttavia questa viene accolta con qualche incertezza, a
causa del processo di denazificazione ancora in corso contro di
lui. La città non intende assegnare il posto di dirigente a
qualcuno che non possa esibire il nullaosta del governo militare.
E a Krefeld c’è chi nutre dubbi sul fatto che Gurlitt possieda tali
requisiti.
Gurlitt si procura in tutta fretta una lettera di referenze di
Felix Kuetgens, ora alla direzione dei musei di Aachen, e lo
stesso fa con Rose Valland, che nella veste di conservatrice al
Jeu de Paume, nonché membro della resistenza, ha sventato le
più pesanti razzie dei tedeschi e adesso collabora al recupero
delle opere sottratte: «Attualmente sono stato sollecitato a
presentare domanda a Krefeld. Avrei cioè finalmente la
possibilità di tornare alla mia professione, quella che ho dovuto
lasciare per fare il mercante d’arte, solo perché anche a me,
come a tutti, era stato proibito di lavorare come scrittore e
oratore. Ora, pare di grande importanza ch’io possa attestare,
anche per parte francese, che non vi sono obiezioni a consentire
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un mio ritorno al vecchio lavoro di operatore museale» .
I documenti convincono le autorità di Krefeld, ma è Gurlitt a
maturare ripensamenti. Ha saputo da Cornelius Müller-Hofstede
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