Page 371 - Il mercante d'arte di Hitler
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da suoi colleghi che come lui nel Terzo Reich hanno scelto il
male minore, iscrivendosi all’NSV, così da poter dimostrare di
far parte di almeno una delle sotto-organizzazioni naziste.
Nonostante gli sia stato rilasciato un “certificato di non
obiezione giudiziale” dal governo della Sassonia, Gurlitt non si
sente sicuro e accanto all’indicazione sulla sua appartenenza
all’NSV aggiunge per sicurezza: «forse in realtà solo mia
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moglie» .
Al suo disagio si unisce anche un’altra preoccupazione.
Hildebrand Gurlitt ha il sentore che la Germania sarà divisa in
due metà, una Est e una Ovest. Ne parla con alti ufficiali e
giuristi nella sua cerchia di conoscenti, i quali, sulla base di
considerazioni di ordine politico generali, gli sconsigliano il
trasferimento nella zona di occupazione sovietica. Gli basta per
chiudere definitivamente il capitolo “Dresda”. Col senno di poi,
si tratta senz’altro della decisione giusta, poiché, oltre alle
rappresaglie e alle limitazioni che l’apparato statale della DDR ha
portato con sé, difficilmente lì Hildebrand Gurlitt avrebbe
potuto riprendere la politica nel campo dell’arte avviata dalla
Repubblica di Weimar. Con l’affermarsi del dibattito formalista
dal ’49 in avanti, infatti, buona parte dell’arte moderna verrà
nuovamente messa al bando nella Germania dell’Est.
Ma ci sono però alternative per Gurlitt: il posto vacante di
direttore al Kaiser Wilhelm Museum di Krefeld gli offre
prospettive molto migliori per poter lavorare con l’arte
moderna. Il museo è sopravvissuto alla guerra senza subire
danni e può tornare subito in attività. Nel 1947 l’istituzione
festeggia i cinquant’anni dalla sua nascita ed espone a gennaio
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la mostra L’Espressionismo in pittura e scultura .
L’associazione del museo invita Gurlitt a tenere una conferenza
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