Page 369 - Il mercante d'arte di Hitler
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competizione Gurlitt in fondo ha ben poco da guadagnare. Non
è ancora tornato alla vecchia forma di un tempo, lo capisce lui
stesso. Gurlitt approfitta del tempo inizialmente assegnato
all’esposizione per fare in cambio «un magnifico giro sulle cime
delle Alpi» assieme al figlio Cornelius.
Settantacinquemila persone visitano alla fine la mostra nella
Stadthalle di Dresda, per assistere a questo nuovo inizio
dell’arte e alla riabilitazione dell’arte moderna del periodo
prima della guerra. Anche nelle altre zone occupate si tengono
analoghe esposizioni, seppur non dello stesso calibro. Con la
loro campagna di reeducation gli Alleati cercano di influenzare
lo sviluppo culturale della Germania postbellica. Nel settore
russo l’accento è posto in particolare su una pittura figurativa
distante tuttavia ancora da quel Realismo socialista che solo nel
1949 sarà elevato a dottrina. Tra i più importanti pittori a
prendervi parte vi sono George Grosz, Max Beckmann, Paul
Klee e Willi Baumeister. La mostra si guadagna il successo
desiderato ed entra nella storia delle esposizioni d’arte come
evento del secolo. A Grohmann vale davvero la fama in tutto il
Paese. L’anno seguente lo storico dell’arte lascia la città per
divergenze politiche e nel semestre invernale 1947-1948 va a
insegnare all’Istituto superiore d’arte di Berlino Ovest.
Fantasie, tra Dresda e Krefeld
Poco prima della partenza di Grohmann e l’inizio del gelo
politico, Hildebrand Gurlitt è solleticato nuovamente dall’idea
di tornare nella sua città natale. A maggio del 1947 riceve dal
sindaco Walter Weidauer e dal governo locale la proposta di
subentrare alla sovrintendenza alle Belle arti nell’esecutivo del
Land di Sassonia, un incarico molto autorevole. Helene Gurlitt
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