Page 321 - Il mercante d'arte di Hitler
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conseguenza alla corte giungono solo referenze positive, con le
quali gli imputati tentano di scagionarsi, fornendo di sé
l’immagine migliore possibile. Per poter fornire valutazioni
favorevoli, Gurlitt cerca di riattivare da Aschbach la rete di
contatti di un tempo. Amici, colleghi dei musei, clienti attestano
in gran numero come Gurlitt sia un eccezionale conoscitore del
mercato dell’arte e un abile commerciante e come solo a questo
debba il suo successo. Josef Haubrich, dottore in legge nonché
collezionista di opere dell’Espressionismo e cliente di Gurlitt,
ne conclude che il passaggio di Gurlitt a mercante d’arte è stato,
sì, l’esito di pressioni, ma si è avviato a una rapida carriera da
gallerista, senza farsi turbare dalla situazione politica, grazie al
suo lavoro: «Solo così è divenuto commerciante e non poteva
che avere successo, come ovvio, essendo lui una persona
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particolarmente dotata e di eccezionale cultura» . Anche lui
trascura completamente le condizioni specifiche del mercato.
Ed è così che vuole vedersi Gurlitt. Ci ha sempre tenuto
molto, fin dall’inizio, che i responsabili dei musei e i loro
collaboratori si rivolgessero a lui non quale intermediario
“d’ufficio” addetto alle opere d’arte dai territori occupati, ma
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come esperto altamente qualificato e in servizio autonomo . A
dimostrazione della continuità del suo lavoro da gallerista,
Gurlitt ha mantenuto sui documenti commerciali in tutti quegli
anni, anche dopo la distruzione del suo Kunstkabinett ad
Amburgo sotto le bombe, il vecchio indirizzo in Rabenstraße 6,
aggiungendo a parte: «temporaneamente in Dresda-A 24,
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Kaitzerstr. 26» . Il processo alla Spruchkammer ha come unico
risultato il fatto che ora Gurlitt cominci a credere davvero alle
sue stesse giustificazioni. Gli attestati sulla sua condotta, con il
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