Page 318 - Il mercante d'arte di Hitler
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egoistica ha tratto profitto personale o economico, per sé o per
gli altri, dall’esercizio tirannico del potere dell’NSDAP, dal riarmo
o dalla guerra attraverso la propria posizione politica o i propri
rapporti politici». L’ambito di attività del mercante d’arte è
citato in un proprio paragrafo, stando al quale si è reso
colpevole «chi ai danni di perseguitati per motivazioni politiche,
religiose o razziali abbia direttamente o indirettamente
conseguito o ambisse a conseguire, in particolare nel quadro di
espropri, vendite forzose o simili, vantaggi oltre giusta misura
per sé o per altri». Per Gurlitt la faccenda si fa pericolosa. Se i
“principali responsabili” possono attendersi pene che vanno dai
due ai dieci anni nei campi di lavoro, i condannati di seconda
categoria, quella delle “persone incriminate”, rischiano il campo
di lavoro fino a cinque anni.
Con l’accusa notificata all’inizio di giugno del 1947
cominciano per Gurlitt altri giorni e settimane di incertezza.
Nonostante la Spruch kammer del circondario di Bamberga ritiri
l’azione poco più di due settimane dopo, il 18 giungo 1947, le
autorità americane danno seguito al procedimento. Il 6 agosto
1947 il sindaco e l’Ufficio delle entrate di Amburgo vengono
chiamati a fornire «informazioni di carattere politico», e con
essi pure il Blocco antifascista di Dresda e la Commissione per
la denazificazione di Düsseldorf. Quest’ultimo lascia intendere
però di non essere l’ufficio giusto per poter rilasciare
informazioni sul conto di Gurlitt, non avendo egli mai vissuto a
Düsseldorf prima di allora. Il 1° ottobre 1947 ha inizio l’udienza
alla Spruchkammer. Gurlitt ha fortuna. Il teorema del processo
viene smontato. Il 23 ottobre 1947 viene inviata al governo
militare la richiesta definitiva per il ritiro dell’atto di citazione
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in giudizio .
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