Page 262 - Il mercante d'arte di Hitler
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situazione senza via d’uscita. Dal comportamento dei clienti al

                suo Kunstkabinett può ben percepire quanto alta sia la pressione

                su  di  loro,  sempre  più  persone  emigrano  e  anche  lui  presto
                potrebbe trovarsi nuovamente alle strette. Gurlitt opera in una

                zona  grigia,  in  cui  il  suo  stesso  senso  morale  si  smarrisce.  In

                qualità  di  commerciante,  quegli  acquisti  rappresentano  per  lui

                anzitutto  congiunture  favorevoli,  Gurlitt  cavalca  l’onda  e

                comincia  contemporaneamente  ad  allargarsi  all’estero.  Il
                commercio sotto l’ala del governo, i contatti con Rolf Hetsch e

                il  Kunstdienst  si  sono  rivelati  estremamente  redditizi,  ma  è

                evidente  presto  anche  la  fine  del  Piano  di  valorizzazione.  Il

                gallerista  drizza  allora  le  antenne  in  anticipo.  Il  12  novembre

                1940 comunica a  Rolf Hetsch  di voler  «visitare alcuni  vecchi
                clienti in Olanda e in Belgio, tuttora interessati a certi quadri».

                Gurlitt  prega  il  referente  dell’operazione  Arte  degenerata  al

                ministero  della  Propaganda  di  avere  una  lettera  ufficiale  che

                qualifichi  il  suo  «lavoro  come  compreso  negli  interessi  del

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                Reich» .  Coperto  da  questo  attestato,  Gurlitt  può  entrare  in
                modo sicuro nei Paesi occupati dai tedeschi a partire da maggio

                del  1940.  Chi  mai  saranno  i  clienti  cui  Gurlitt  si  riferisce  in

                maniera tanto criptica nella sua lettera? Chi potrebbe mai essere

                interessato  a  quell’acquisto  di  “arte  degenerata”,  per  il  quale

                Hetsch  alla  fine  dà  la  sua  approvazione?  Secondo  il  registro

                delle  importazioni  ed  esportazioni,  prima  di  novembre  1940,
                Gurlitt ha, sì, contatti commerciali con l’estero, in Svizzera, in

                Inghilterra  e  Norvegia,  ma  non  con  il  Belgio  e  l’Olanda.

                Sarebbe  stato  anche  alquanto  curioso,  poiché  l’interesse  per

                l’arte moderna tedesca nei Paesi Bassi fino a quel momento è

                piuttosto ridotto, nei musei come nelle collezioni private lì essa

                non  ha  pressoché  ingresso.  Solo  con  l’emigrazione  di




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