Page 259 - Il mercante d'arte di Hitler
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l’attentato a Hitler, l’8 novembre 1939, Henri Hinrichsen viene
arrestato e una parte della sua collezione d’arte e di autografi
portata al Museo delle belle arti di Lipsia.
La coppia decide allora di emigrare assieme ai figli che
vivono ancora in Germania, ma per la tassa di “fuga dal Reich”,
l’imposta sul “patrimonio ebraico” e altre spese eccezionali
devono mettere insieme molto più denaro di quanto da essi
ricavato dalla vendita dell’azienda. Poiché comunque è proibito
loro portare con sé la collezione d’arte, nel 1939 Henri
Hinrichsen, mentre è ancora in carcere, si dichiara favorevole
alla vendita. Quando viene rilasciato, a fine gennaio 1940,
ormai completamente senza averi si trasferisce con la moglie
Martha a Bruxelles. Il figlio Hans-Joachim li seguirà poco dopo.
I figli Walter e Max sono nel frattempo già emigrati negli Stati
Uniti. Ma agli altri tre figli degli Hinrichsen non riesce più di
raggiungerli. Hans-Joachim perderà la vita nel 1940 nel campo
di concentramento francese di Perpignan, il fratello Paul e il
padre verranno trucidati ad Auschwitz. La madre, Martha,
morirà nel 1941 a Bruxelles, rifiutatale l’insulina di cui ha
bisogno, in quanto ebrea. Tra i figli superstiti vi è Walter
Hinrichsen, che nel 1936 ha fondato un distaccamento della
casa editrice musicale e che più tardi tenterà inutilmente di
recuperare da Gurlitt le opere d’arte cedute a quel tempo.
La vendita degli oggetti d’arte a Hildebrand Gurlitt avviene
poco prima del rilascio di Hinrichsen dal carcere, le opere a quel
punto sono, per così dire, in “custodia cautelare” al Museo delle
belle arti. Oltre alla tavola di Spitzweg, Gurlitt acquista un
ulteriore bozzetto, il cosiddetto Rotolo di Lachner di Moritz von
Schwind, che illustra le stazioni della vita del compositore
Franz Lachner, nonché il dipinto Seminatore a Montfoucault di
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