Page 236 - Il mercante d'arte di Hitler
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e lavorativo. Il 25 marzo 1938, all’età di ottantotto anni, suo
padre viene a mancare. Abbattuto dopo il declassamento a causa
delle sue origini giudaiche, negli ultimi anni Cornelius si era
ritirato e non aveva concluso più neppure la sua autobiografia.
La sepoltura costituisce un ultimo, triste atto. Otto Schubert, suo
allievo e professore di Teoria delle forme edilizie, è l’unico
membro del collegio docenti presente al funerale. La sola lettera
di condoglianze viene da Hasan Cemil Çambel, il presidente
della Commissione storica turca. Arriva da Ankara solo a metà
maggio, avendo il mittente saputo della morte dello storico
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dell’architettura solo con ritardo .
Sarà forse solo una coincidenza se Hildebrand Gurlitt, che
fino a quel momento si è sempre tenuto distante dall’apparato di
potere nazionalsocialista, una volta morto suo padre e caduta
definitivamente la sua autorità, vacilla e rinuncia alla propria
integrità morale. Decisiva per quest’ultimo passo verso il
sistema è l’ennesima richiesta da parte della Camera delle Belle
arti nell’autunno 1938 di un documento sulla sua ascendenza
familiare. Non sa evidentemente proprio più che spiegazioni
dare. Finora, da “ebreo per un quarto”, si è sempre sentito al
sicuro, ma dopo il pogrom della Notte dei cristalli tra l’8 e il 9
novembre 1938 e le violenze perpetrate dai nazisti ai danni degli
ebrei in tutto il Reich tedesco, Gurlitt teme il peggio. Il 12
novembre 1938 Hermann Göring emana l’Ordinanza per
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l’esclusione degli ebrei dalla vita economica tedesca . Gurlitt a
quel punto si affretta ad assecondare la richiesta della
Reichkammer e il giorno dell’ordinanza, il 12 novembre, invia
una lunga dichiarazione sui membri della sua famiglia e i servizi
loro resi alla patria, fino a addurre l’argomento dei figli, «due
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bambini dal cranio lungo, biondi e con gli occhi azzurri» . E
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