Page 14 - Il mercante d'arte di Hitler
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Kunstverein non è un edificio comunale e la bandiera qui non è
un obbligo. Ma che un tale atto colpisca comunque i
nazionalsocialisti in un punto sensibile lo dimostrano le
numerose denunce e i processi, subito dopo, contro quanti il
Primo maggio 1933 hanno manifestato posizioni critiche sulla
bandiera con la croce uncinata. Gurlitt ha irrimediabilmente
distrutto i propri contatti tra la gente che conta negli ambienti
politici ad Amburgo, contatti che fino a quel momento aveva
saputo utilizzare con abilità. E ne paga le conseguenze: come
direttore gli è concesso di mantenere il proprio posto solo per
altri tre mesi e mezzo, dopodiché gli viene tolto l’incarico.
Quando il 15 agosto 1933 rassegna le proprie dimissioni, con lui
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se ne va l’intero consiglio direttivo . Il vento è cambiato
definitivamente. Il nuovo sindaco, Carl Vincent Krogmann, che
fino a quel momento ha guardato con simpatia a Hildebrand
Gurlitt, in carica da appena due anni, e ha sostenuto le iniziative
del Kunstverein, ora lo lascia solo. L’ira contro il reticente
direttore non si placa neppure settimane dopo la sua
sospensione dall’ufficio. Né le ripercussioni si fermano qui:
anche la sperata promozione a sovrintendente di una collezione
d’arte moderna che Gurlitt segue da quando è studente va in
fumo. Si è messo fuorigioco. Con la destituzione da direttore
dell’Hamburger Kunstverein, si vede ingiunto il divieto di
attività di pubblicazione, tanto per gli scritti quanto per il
discorso in pubblico. Anche il diritto alla pensione gli viene
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revocato . Per la seconda volta, dopo esser già stato destituito
dall’incarico di direttore al König Albert Museum di Zwickau
per le proprie inclinazioni verso l’arte moderna, la carriera di
Gurlitt va in frantumi.
Perché Gurlitt ha lasciato che tutto questo accadesse? Perché,
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