Page 10 - Il mercante d'arte di Hitler
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Capitolo 1



                             Prologo. Una doppia svolta












                   La  giornata  promette  sole.  A  fine  aprile  il  termometro  ad
                Amburgo ha già raggiunto i diciotto gradi. La primavera avanza

                a pieno regime, le aiuole nei giardini e nei parchi sono in fiore, i

                germogli sbocciano ovunque sulle rive dell’Alster, dove la città

                anseatica  si  mostra  in  tutto  il  suo  splendore.  Anche  le  case,

                altrimenti  poco  intonate  al  clima  festoso  di  questo  assaggio

                d’estate, sono adorne per celebrare la giornata speciale: il Primo
                maggio  1933.  Le  bandiere  sventolano  sugli  edifici  pubblici.

                Accanto al drappo bianco, rosso e nero dell’Impero germanico,

                sono  state  issate  al  vento  anche  le  insegne  con  la  svastica;

                l’ordine viene direttamente da Berlino e vale per tutte le città

                del Reich, Hitler, infatti, ha proclamato il Primo maggio “festa
                nazionale dei lavoratori tedeschi”. Il ministero della Propaganda

                e  l’Associazione  delle  fabbriche  nazionalsocialiste  hanno

                organizzato  sfilate  ovunque,  una  dimostrazione  di  forza  di

                dimensioni  colossali.  Con  parate  e  cortei  di  massa  in  tutto  il

                Paese,  il  Partito  nazionalsocialista  dei  lavoratori  tedeschi
                (NSDAP) punta a unire i ranghi delle maestranze operaie per poter

                poi avviare, il giorno seguente, una violenta offensiva contro i

                sindacati  e  schiacciarli  definitivamente.  I  funzionari  verranno

                arrestati, i loro conti confiscati, le sedi sindacali occupate.

                   Si  annunciava  un  giorno  dalle  conseguenze  nefaste.  Quali
                ripercussioni  avrebbe  avuto  quel  Primo  maggio  del  1933

                nessuno ancora poteva saperlo; ma una strana atmosfera doveva



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