Page 12 - Il mercante d'arte di Hitler
P. 12
sembra in un primo tempo bilanciato. Amburgo si “allineerà”
solo in un secondo momento. E gran parte della popolazione si
lascerà trarre in inganno di buon grado.
Anche nella città dell’Hansa, come del resto ovunque, per il
Primo maggio sono previste parate militari, si tengono concerti
e sono in programma celebrazioni pubbliche di Hitler, nuova
guida del Paese. A nome dell’Università di Amburgo il medico
e prorettore Ludolph Brauer prende la parola: «Noi tutti ci
riconosciamo nel nostro solido cancelliere Adolf Hitler […].
Con ansia abbiamo atteso l’arrivo dell’uomo in grado di liberare
i tedeschi dalla discordia. Ora egli è qui. E noi siamo pronti a
servirlo con gioia». Da buon simpatizzante del Partito
nazionalpopolare tedesco (DNVP) Brauer inneggia commosso
all’amor patrio, allo spirito di sacrificio, alla guerra e in qualità
di rappresentante dell’Alma mater promette: «Le nostre
università saranno sempre al fianco di questi grandi ideali,
1
poiché tedesco è colui che opera in nome di essi» .
Il Primo maggio non solo gli operai, ma anche altri gruppi
sociali dichiarano la propria fedeltà alla nuova classe dirigente.
Chi occupa posizioni di spicco e non si presenta in questa
occasione ne paga le conseguenze. Al numero 25 della Neue
Rabenstraße, a soli cinque minuti dall’edificio dell’università
dove il prorettore Brauer sta tenendo il suo discorso infuocato,
si trova a quell’epoca la sede dell’Hamburger Kunstverein, la
Società delle arti di Amburgo. Sul suo tetto non sventola alcuna
bandiera. La struttura si distingue in ogni caso dagli edifici
circostanti. Tra le signorili ville in stile classico, la fredda, liscia
facciata, fatta di vetro e superfici intonacate chiare, pare una
dichiarazione di guerra al circondario, alla tradizione e alla
norma. Con il suo aspetto moderno, la villa, riconvertita in
12