Page 37 - Il Pentagate
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Non era voyeurismo, da parte dei tre generali. Permetteva, invece, di

            stabilire se fosse il caso di continuare ad attaccare obiettivi già trattati, ma
            anche   di   decidere   l'utilizzo   di   armi   meno   potenti   per   evitare   che   le
            distruzioni   inflitte   agli   obiettivi   militari   avessero   conseguenze   sulla
            popolazione   civile.   Inutile   dire   come,  per  coloro   che   analizzavano   le

            immagini, osservatori di artiglieria e agenti dei servizi, la valutazione dei
            danni sia una materia chiave da noi tutti studiata attentamente. E quando
            alla teoria si aggiunge l'esperienza, com'è disgraziatamente il mio caso, si

            arriva ad avere qualche elemento oggettivo di valutazione per esaminare i
            danni recati a un edificio; soprattutto se si conosce bene l'edificio, com'è
            ancora una volta il mio caso.



               Le foto ufficiali della facciata


               Tra  le vedute  generali  della facciata ce n'è  una  molto  interessante.

            Proveniente anch'essa da organismi ufficiali americani, si trova in alto a
            pagina V.
               È stata scattata dopo che i pompieri hanno finito di lavorare sull'esterno

            dell'edificio e vi si distinguono parecchi elementi istruttivi. Anzitutto, la
            fuliggine che copre la facciata è un miscuglio delle ceneri che avrebbero
            depositato i fumi di un incendio classico; altre ceneri sembrano quelle

            depositate dall'onda d'urto di un esplosivo ad alto potenziale. Ma nessuna
            di   esse   si   presenta   nella   caratteristica   dello   strato   grasso   e   spesso
            depositato da un fuoco di kerosene.  I  vetri sono stati spaccati da una
            detonazione e non fusi da un incendio di idrocarburi che sarebbe durato

            parecchi giorni. La cosa incredibile è che le poche finestre infrante si
            trovano soprattutto vicino al punto dell'esplosione e al livello dei piani
            bassi. Quindi vicino al punto zero. È verosimile che l'onda d'urto si sia

            propagata lungo i corridoi, come si capisce bene dalla foto d'insieme a
            pagina XI. Il che conferma la testimonianza di David Tehall, un ufficiale
            di collegamento del Pentagono, che ha descritto l'arrivo improvviso di un
            violento   frastuono   accompagnato   da   rottami   che   hanno   devastato   il

            corridoio su cui dava il suo ufficio.
               All'inizio dello spostamento l'onda d'urto ha spaccato i vetri ma, una
            volta canalizzata dai muri dei corridoi, ha assunto un orientamento che non

            ha più avuto grande effetto sulle finestre. Bisogna precisare che si tratta di
            finestre con i doppi vetri e che il vetro esterno è particolarmente resistente.




            Thierry Meyssan                                36                          2002 - Il Pentagate
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