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Non era voyeurismo, da parte dei tre generali. Permetteva, invece, di
stabilire se fosse il caso di continuare ad attaccare obiettivi già trattati, ma
anche di decidere l'utilizzo di armi meno potenti per evitare che le
distruzioni inflitte agli obiettivi militari avessero conseguenze sulla
popolazione civile. Inutile dire come, per coloro che analizzavano le
immagini, osservatori di artiglieria e agenti dei servizi, la valutazione dei
danni sia una materia chiave da noi tutti studiata attentamente. E quando
alla teoria si aggiunge l'esperienza, com'è disgraziatamente il mio caso, si
arriva ad avere qualche elemento oggettivo di valutazione per esaminare i
danni recati a un edificio; soprattutto se si conosce bene l'edificio, com'è
ancora una volta il mio caso.
Le foto ufficiali della facciata
Tra le vedute generali della facciata ce n'è una molto interessante.
Proveniente anch'essa da organismi ufficiali americani, si trova in alto a
pagina V.
È stata scattata dopo che i pompieri hanno finito di lavorare sull'esterno
dell'edificio e vi si distinguono parecchi elementi istruttivi. Anzitutto, la
fuliggine che copre la facciata è un miscuglio delle ceneri che avrebbero
depositato i fumi di un incendio classico; altre ceneri sembrano quelle
depositate dall'onda d'urto di un esplosivo ad alto potenziale. Ma nessuna
di esse si presenta nella caratteristica dello strato grasso e spesso
depositato da un fuoco di kerosene. I vetri sono stati spaccati da una
detonazione e non fusi da un incendio di idrocarburi che sarebbe durato
parecchi giorni. La cosa incredibile è che le poche finestre infrante si
trovano soprattutto vicino al punto dell'esplosione e al livello dei piani
bassi. Quindi vicino al punto zero. È verosimile che l'onda d'urto si sia
propagata lungo i corridoi, come si capisce bene dalla foto d'insieme a
pagina XI. Il che conferma la testimonianza di David Tehall, un ufficiale
di collegamento del Pentagono, che ha descritto l'arrivo improvviso di un
violento frastuono accompagnato da rottami che hanno devastato il
corridoio su cui dava il suo ufficio.
All'inizio dello spostamento l'onda d'urto ha spaccato i vetri ma, una
volta canalizzata dai muri dei corridoi, ha assunto un orientamento che non
ha più avuto grande effetto sulle finestre. Bisogna precisare che si tratta di
finestre con i doppi vetri e che il vetro esterno è particolarmente resistente.
Thierry Meyssan 36 2002 - Il Pentagate