Page 31 - Il Pentagate
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una   quantità   d'energia   in   grado   di   perforare   blindature   di   acciaio,   di

            conglomerati o di cemento.


               L'innesco



               L'esplosivo che costituisce l'arma deve esplodere al momento voluto.
            Per poter reagire esattamente come vuole l'utente, bisogna che abbia una
            certa stabilità. L'esplosivo che costituisce la carica principale di un'arma è

            troppo stabile per esplodere a un semplice urto. In realtà, per dare inizio
            alla reazione chimica è necessario che la carica sia sottoposta a un'onda
            d'urto provocata da un esplosivo più sensibile e meno potente, chiamato
            detonatore. La carica d'esplosivo del detonatore reagisce a un urto, a una

            scintilla oppure a un impulso elettrico o elettromagnetico. Allora si crea
            un'onda d'urto che provoca la detonazione della carica principale.
               Il sistema che comanda l'esplosione del detonatore si chiama sistema

            d'innesco.  I  dispositivi   sono   molti   e   diversi,   e   sarebbe   troppo   lungo
            analizzarli tutti. Mi limiterò quindi a trattare i due sistemi che potrebbero
            essere   stati   utilizzati   al   Pentagono:   il   sistema   d'innesco   di   esplosivi

            comandati   da   un   operatore   e   i   sistemi   d'innesco   per   carica   cava   a
            percussione istantanea e a scoppio ritardato.
               I proiettili, le bombe o i missili sono dotati di un sistema d'innesco che

            comprende   un   dispositivo   di   scatto,   un   meccanismo   di   ritardo   e   un
            detonatore. L'intero apparato si chiama spoletta, può essere fissato all'arma
            sia al momento della sua costruzione che al momento della preparazione
            per il tiro e comprende un sistema di sicurezza che impedisce all'insieme di

            funzionare fino a che non viene armato.
               Il dispositivo di scatto viene attivato dall'urto in caso di spolette a
            percussione,   da   un   radar   che   rivela   la   distanza   nel   caso   di   spolette

            radioelettriche,   dalla   reazione   a   una   fonte   di   calore   o   a   una   massa
            magnetica nel caso di spolette termiche e magnetiche.
               O la detonazione è provocata istantaneamente dal dispositivo di scatto, o
            il meccanismo di ritardo fa sì che l'arma detoni qualche millisecondo dopo

            l'impatto.   Nel   secondo   caso,   l'arma   comincia   a   penetrare   l'obiettivo
            intaccandolo fisicamente con la sua blindatura. La carica detona dopo che
            l'arma è già entrata nell'obiettivo, cosa che ne accresce l'effetto distruttivo.

               Per le fortificazioni con blindature particolarmente resistenti, esistono
            anche armi a più cariche. Le prime cariche rompono il cemento, quella o




            Thierry Meyssan                                30                          2002 - Il Pentagate
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