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una quantità d'energia in grado di perforare blindature di acciaio, di
conglomerati o di cemento.
L'innesco
L'esplosivo che costituisce l'arma deve esplodere al momento voluto.
Per poter reagire esattamente come vuole l'utente, bisogna che abbia una
certa stabilità. L'esplosivo che costituisce la carica principale di un'arma è
troppo stabile per esplodere a un semplice urto. In realtà, per dare inizio
alla reazione chimica è necessario che la carica sia sottoposta a un'onda
d'urto provocata da un esplosivo più sensibile e meno potente, chiamato
detonatore. La carica d'esplosivo del detonatore reagisce a un urto, a una
scintilla oppure a un impulso elettrico o elettromagnetico. Allora si crea
un'onda d'urto che provoca la detonazione della carica principale.
Il sistema che comanda l'esplosione del detonatore si chiama sistema
d'innesco. I dispositivi sono molti e diversi, e sarebbe troppo lungo
analizzarli tutti. Mi limiterò quindi a trattare i due sistemi che potrebbero
essere stati utilizzati al Pentagono: il sistema d'innesco di esplosivi
comandati da un operatore e i sistemi d'innesco per carica cava a
percussione istantanea e a scoppio ritardato.
I proiettili, le bombe o i missili sono dotati di un sistema d'innesco che
comprende un dispositivo di scatto, un meccanismo di ritardo e un
detonatore. L'intero apparato si chiama spoletta, può essere fissato all'arma
sia al momento della sua costruzione che al momento della preparazione
per il tiro e comprende un sistema di sicurezza che impedisce all'insieme di
funzionare fino a che non viene armato.
Il dispositivo di scatto viene attivato dall'urto in caso di spolette a
percussione, da un radar che rivela la distanza nel caso di spolette
radioelettriche, dalla reazione a una fonte di calore o a una massa
magnetica nel caso di spolette termiche e magnetiche.
O la detonazione è provocata istantaneamente dal dispositivo di scatto, o
il meccanismo di ritardo fa sì che l'arma detoni qualche millisecondo dopo
l'impatto. Nel secondo caso, l'arma comincia a penetrare l'obiettivo
intaccandolo fisicamente con la sua blindatura. La carica detona dopo che
l'arma è già entrata nell'obiettivo, cosa che ne accresce l'effetto distruttivo.
Per le fortificazioni con blindature particolarmente resistenti, esistono
anche armi a più cariche. Le prime cariche rompono il cemento, quella o
Thierry Meyssan 30 2002 - Il Pentagate