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circa. Le materie esplosive la cui onda d'urto è inferiore non detonano,
"deflagrano". È il caso, per esempio, delle polveri o degli idrocarburi.
In un motore a scoppio - e il turboreattore di un Boeing 757 è un motore
a scoppio continuo - il carburante sotto pressione deflagra, non detona. Se
detonasse, la struttura del motore non resisterebbe. Il kerosene di un aereo
di linea che si schianta di solito prende fuoco e non arriva neanche a
produrre una deflagrazione, salvo rare volte e solo in alcuni punti, limitati
ai motori. I motori dell'Airbus che è caduto su Queens, a New York, nel
novembre 2001, non sono esplosi toccando il suolo. Il kerosene è un olio
pesante simile al gasolio, trifiltrato per renderlo idoneo al passaggio negli
iniettori dei motori a reazione. In nessun caso, quindi, può essere un
esplosivo.
Molto importante è anche il colore dell'esplosione. Nel caso delle
detonazioni, l'onda d'urto si sposta rapidamente. Se l'esplosione avviene in
aria e senza ostacoli, nel punto dell'esplosione in genere la fiamma è giallo
pallido. Allontanandosi dal punto zero tende all'arancione, poi al rosso. Se
incontra ostacoli, tipo i muri di un edificio, praticamente la parte giallo
chiaro non si vede. La durata della fiammata di questo colore è breve. La
forma della fiamma dà un'impressione di "rigidità" dovuta alla velocità di
propagazione. Il fumo compare solo quando le polveri sollevate dall'onda
d'urto cominciano a bruciare per l'aumento repentino della temperatura. In
questo caso, però, sono fumi di incendio, che hanno ben poco in comune
con le volute nere e dense dei fuochi di idrocarburi.
Ma gli esplosivi solidi non sono semplici combinazioni chimiche. Si può
migliorarne l'efficacia giocando sulle loro forme fisiche. In linea di
principio, l'onda d'urto degli esplosivi si propaga perpendicolarmente alla
superficie che li contiene. Lavorando sulla forma delle cariche, quindi, si
può orientare l'onda d'urto in modo da inviare il massimo di energia in una
determinata direzione, allo stesso modo in cui la luce di un faro viene
indirizzata da un riflettore. Così abbiamo cariche sferiche la cui onda
d'urto parte in tutte le direzioni, cariche cilindriche come quelle presenti
nei proiettili shrapnell (ordigni che scoppiando scagliano tutt'intorno
minuscoli pezzetti d'acciaio grandi come quadretti di cioccolata
mitragliando il campo di battaglia), cariche piatte, che consentono di fare
buchi negli ostacoli piani con la minima dispersione di energia in direzioni
inutili, e abbiamo anche le cariche cave. Queste ultime concentrano l'onda
d'urto principale sotto forma di un dardo ad alta temperatura che veicola
Thierry Meyssan 29 2002 - Il Pentagate