Page 87 - Papaveri e papere
P. 87
ma 5 dollari in 1.170.000 dollari, pari a oltre 2 miliardi di lire». Autore del
prodigio don Joseph Faraone, parroco della chiesa di San Patrizio nel New
Jersey, che aveva appena sbancato il lotto americano. D’accordo, non
succede tutti i giorni, ma alle fini orecchie ecclesiastiche il paragone, se
non lievemente sacrilego, non era parso almeno irriverente?
Il fatto è che la modernità impone ogni giorno una sfida nuova a chi ha il
compito di annunciare il Vangelo. E certe volte, se mi si passa il paragone,
il piede scappa sulla frizione. A Biella, per esempio, viene lanciata la
«prete-card», per il «pronto soccorso dell’anima». Da conservare nel
portafoglio come una carta di credito. Ad Agrigento nel 1993 nasce il
«Teledrin per trovare il prete ventiquattr’ore su ventiquattro», e l’allora
vicario episcopale don Salvatore Muratore presenta l’idea come una
«guardia medica religiosa» per turisti e religiosi in vacanza. A Viareggio
l’inventivo don Pioli si adegua ai tempi che impongono il fai-da-te: anche
per la benedizione pasquale. In chiesa i parrocchiani possono ritirare il «kit
formato famiglia» per l’autobenedizione. E poiché di servizi si tratta, don
Leonardo Modica, parroco di Santo Stefano a Casale Monferrato, osserva
irritato che «non è corretto che le persone usufruiscano di servizi, anche di
quelli religiosi, senza contribuire adeguatamente»: perciò per l’elemosina
basta con le monetine, e sotto con le banconote.
A qualcuno, anche illustre, la modernità non piace affatto, ma esagera nel
farlo sapere. Monsignor Gerhard Wagner ha dovuto rinunciare al bastone
pastorale di vescovo ausiliario di Linz, attribuitogli da Benedetto XVI,
perché le sue pecorelle austriache trovavano eccessive certe sue
dichiarazioni. Passi giudicare i libri di Harry Potter come opere che
esaltano il satanismo, ma sono apparsi francamente poco misericordiosi i
commenti di monsignore sull’uragano Katrina che sconvolse New Orleans
nel 2005: secondo lui, una punizione divina che non a caso spazzò via con
la furia delle acque cinque cliniche abortiste.
«Per fortuna, non c’è l’invidia del pene», dichiarava sollevato un illustre
storico gesuita, padre Guido Sommavilla, e stava parlando di una biografia
del fondatore, sant’Ignazio di Loyola, scritta peraltro da un confratello,
padre W.W. Meissner, psicoterapeuta freudiano dell’ateneo di Boston. Lo
studioso americano dell’inconscio presentava una cartella clinica del santo
che va dal «narcisismo fallico» alle «paure di castrazione». Come non
capire allora la confessione del cardinal Ersilio Tonini, l’arcivescovo
emerito di Ravenna che ha portato tanto spesso la catechesi in tv? «Mi
sono fatto prete perché ho pensato che la castità sarebbe stata un’enorme