Page 83 - Papaveri e papere
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reprimenda severissima, in cui il pontefice rimproverava al clero
elvetico «secolarizzazione e relativismo», fino alla «messa in questione
dei valori morali propri della Chiesa». La reazione molto dura
dell’opinione pubblica svizzera consigliò nello stesso pomeriggio la
seguente rettifica della Sala Stampa: «Il discorso del Santo Padre
pubblicato questa mattina sul Bollettino non è stato pronunciato. Esso
rifletteva il contenuto di una bozza preparata precedentemente».
Peccato che l’avesse stampato pure L’Osservatore Romano, che fu
bloccato e mandato al macero prima di essere spedito a edicole e
abbonati.
Misterioso anche lo scivolone dell’Osservatore nell’annunciare la visita
del papa quest’anno in Angola, per ricordare, secondo il giornale
vaticano, i cinquecento anni dell’evangelizzazione del Paese. Strano,
perché a celebrare il mezzo millennio c’era già andato nel 1992
Giovanni Paolo II. La spiegazione della Radio Vaticana segnala il
valore relativo del tempo per un organismo bimillenario come la
Chiesa: «L’evangelizzazione dell’Africa è stata progressiva e a tappe.
Sono venuti alcuni missionari, poi altri li hanno raggiunti, e così via. Il
tempo delle celebrazioni è lungo». Cionostante, a Luanda il nunzio
papale Giovanni Angelo Becciu ha accolto l’annuncio della visita «con
gioia», ma pure «con sorpresa» (ah, l’ironia curiale…). E l’arcivescovo
emerito della capitale angolana, Alexandre do Nascimento, si era
premurato di ricordare in via precauzionale al papa che il primo
battesimo in Angola risale al 1491, con un anno d’anticipo sulla
scoperta dell’America. Non è che adesso in Vaticano vorranno ridatare
anche quella?
È invece un pontefice del secolo scorso, Pio X (nel frattempo
canonizzato), il protagonista di un episodio che sembra alquanto
sconveniente per un futuro vicario di Cristo. Lo racconta don Pasquale
Casillo in un libro contro la bestemmia, diffuso in tutte le librerie
cattoliche con regolare imprimatur ecclesiastico: «Pio X (ancora
cappellano) si appostò dietro una siepe per cogliere al momento giusto tre
ragazzi che bestemmiavano, e li picchiò». Va bene che non era ancora
papa, però manesco, anche in considerazione dell’ascesa alla santità…
È lecito tuttavia il dubbio sull’attendibilità storiografica dell’opera di don
Casillo. Che somiglia piuttosto al letterario don Camillo, nella sua foga
antiblasfema. Per il bestemmiatore incallito il sacerdote ha anche una
terapia: silenzio finché dura l’agitazione e, se proprio non ce la fa a tacere,