Page 901 - Manuale dell'architetto
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E.3. CONTROLLO AMBIENTALE • QUALITÀ DELL’ARIA IN AMBIENTI CONFINATI
4. RADON: PRESENZA E INTERVENTI DI MITIGAZIONE
ASPETTI PATOLOGICI
L’esposizione ai prodotti di decadimento del radon aumenta il rischio di tumore pol- classificati come cancerogeni di gruppo 1, come cioè una di quelle sostanze per le
monare per gli esseri umani; al radon viene attribuito un rischio collettivo molto rile- quali vi è evidenza sufficiente dell’effetto cancerogeno sulla base di studi su esseri
vante dell’ordine del 5-20% di tutti i tumori polmonari, per cui l’esposizione al radon umani, nel caso del radon sulla base delle indagini epidemiologiche sui minatori.
viene generalmente considerata come la probabile seconda causa di tali tumori, dopo Per quanto riguarda l’entità del rischio esso è proporzionale alla quantità di radon e
il fumo di sigaretta. L’inalazione di aria contenente radon e i suoi prodotti di decadi- non vi sono evidenze o fondati sospetti della esistenza di una soglia, per cui occorre
mento, anch’essi radioattivi, comporta un irraggiamento dei polmoni con radiazioni minimizzare il rischio espositivo residenziale in assenza di un limite sanitario oltre il
ionizzanti di tipo alfa. Fin dal 1987 il radon e i suoi prodotti di decadimento sono stati quale ci sarebbe rischio per la salute.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Al momento l’Italia ha emanato un solo decreto in materia di radiazioni ionizzanti (DL attenzione differenziate per edifici di nuova costruzione e vecchia costruzione. Tali
17 marzo 1995 n.230) riferito esclusivamente ad ambienti di lavoro. Tale decreto, di livelli fanno riferimento rispettivamente a 200 e 400 Bq/m3.
carattere generale, prevede l’emanazione di altri decreti attuativi, in via di elaborazio-
ne, che stabiliscano le condizioni e le modalità applicative in materia di sicurezza da Nel quadro degli ambienti di lavoro la Direttiva Europea 96/29/EURATOM, in qualche
esposizione al radon. Sempre in campo nazionale non esistono normative che faccia- modo anticipata dal DL 350/1995, richiede di individuare le attività lavorative che pos-
no riferimento ad ambienti domestici. In campo europeo sia al livello comunitario che sano costituire oggetto di attenzione per l’esposizione dei lavoratori (come stabilimen-
di organismi internazionali sono state divulgate una serie di raccomandazioni (prima ti termali, grotte, miniere ecc.) e della popolazione al radon, imponendo una adegua-
tra tutte la raccomandazione sulla tutela della popolazione contro l’esposizione al ta sorveglianza e la messa a punto di sistemi di protezione.
radon in ambienti chiusi del 21 febbraio 1990), e normative specifiche in materia che Le soglia di attenzione proposte da ICPR e IAEA per di gli ambienti di lavoro è com-
mostrano una sostanziale convergenza nel delineare un quadro di riferimento per l’a- presa tra 500-1000/1500 Bq/m3, valore sensibilmente più elevato di quello per edifici
dozione di normative nazionali. L’International Commission on Radiological Protection residenziali dato il minor tempo di esposizione e la possibilità di mettere a punto più
(ICPR) e l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) concordano nell’indi- efficaci sistemi di protezione e controllo.
viduare un intervallo di concentrazione media annuale di radon all’interno di abitazio- Nel 1997 la Commissione Europea ha inoltre emanato ulteriori linee guida riguardo le
ni compresa tra 200-600 Bq/m3 come limite oltre il quale adottare interventi atti a ridur- misure preventive per quanto concerne la radio protezione in ambienti di lavoro
ne la concentrazione. In particolare l’Unione Europea ha individuato due soglie di (radon, processi industriali, equipaggio aereo).
PRINCIPALI RIFERIMENTI LEGISLATIVI • European Commission radio portection 88 Raccomandations for the implementation of
Title VII of European Basic Safety Standard Directive (BSS) concerning significant
• DL 17 marzo 1995, n.230, Attuazione delle direttive Euratom 80/836,84/467, 84/466, increase in exposure due to natural radiation sources 1997
89/618, 90/641 e 92/3 in materia di radiazioni ionizzanti.
• Regione Lombardia - Giunta regionale Settore Sanità e Igiene, Circolare 103/san,
• UE Raccomandazione della Commissione del 21 febbraio 1990 sulla tutela della popo- Rischio radon - Interventi di sorveglianza negli ambienti di vita e negli ambienti di
lazione contro l’esposizione al radono in ambienti chiusi (in GUCE NL 80/26 del 27 mar- lavoro, aprile 1991
zo 1990)
• UE Direttiva 96/29/Euratom del Consiglio, del 13 maggio 1996, che stabilisce le norme
fondamentali di sicurezza relative alla protezione sanitari della popolazione e dei lavo-
ratori contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti (in GUGE NL 159 del 29 giu-
gno 1996)
INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEL RADON
Tutti gli interventi si basano sulla riduzione, per quanto è possibile, della differenza di te di precipitatori elettrostatici, generatori ioni e filtri a carbone attivo. Questi sistemi
pressione tra il sottosuolo e l’interno dell’edificio, agendo su eventuali gradienti termi- hanno dei fattori di riduzione relativamente bassi; di qualche utilità possono essere in
ci (effetto camino), sul funzionamento di estrattori o di apparecchi di combustione, e ambienti di lavoro nei casi in cui vi sia un lieve superamento dei livelli di azione.
sul miglioramento della ventilazione naturale soprattutto nei piani bassi e nei locali A titolo informativo, a differenza di altri tipi di contaminati che possono essere rimossi
interrati o seminterrati. Infatti il radon riesce a fare il suo ingresso all’interno dell’abita- tramite l’estrazione dell’aria dagli ambienti o in prossimità della sorgente, per il radon
zione solo se nelle parti più vicine al terreno è presente una differenza di pressione questo intervento non può essere assolutamente applicato, perché la depressurizza-
negativa rispetto al suolo circostante. Il gas viene così aspirato all’interno dell’am- zione del locale automaticamente richiamerebbe dal sottosuolo o dai materiali quanti-
biente. Limitando al massimo condizioni che possano favorire questa aspirazione, si tativi ancora maggiori di gas.
può ottenere una riduzione delle concertazioni del gas nell’aria. Ricerche in campo
hanno rilevato come non esista un intervento in assoluto migliore rispetto agli altri FIG. E.3.4./3 EFFICACIA DEI DIVERSI INTERVENTI DI MITIGAZIONE DEL RADON
soprattutto quando si tratta di edifici esistenti, in quanto differenti tipologie edilizie e
caratteristiche costruttive dell’edificio possono incidere notevolmente sulle prestazioni 400 600 800 1000 1200 1400 1600 1800 2000
generali del sistema impiegato.
Il parametro principale con cui si valuta l’efficacia delle azioni di rimedio è rappresen- SIGILLATURA
tato dal fattore di riduzione FR, definito come rapporto tra la concentrazione di radon
prima e dopo la messa a punto dell’intervento. Buone azioni di rimedio si considerano VENTILAZIONE
quelli con fattori di riduzione almeno pari a 4-5. NATURALE
In Fig. E.3.4./3 è riportato a titolo esemplificativo il grado di efficacia riscontrato in rela-
zione a differenti interventi, finalizzati alla mitigazione della concentrazione del radon, VENTILAZIONE
attuati nel Regno Unito. VESPAIO
Da rilevare che la differenza di tecnologie costruttive presente tra questo paese e il
nostro, soprattutto in ambito residenziale, non permette di riportare integralmente le PRESSURIZZAZ.
esperienze in esso fatte. Accanto agli interventi sopra elencati si può adottare un altro EDIFICIO
sistema di mitigazione del radon che però ha un rapporto costo beneficio non partico-
larmente favorevole, in particolare per ambienti residenziali. Questo tipo di intervento DEPRESSURIZ.
mira a eliminare il gas all’interno dell’aria ambiente tramite unità ventilanti locali dota- DEL SUOLO
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
In ogni situazione in cui sia presente un potenziale peri- petente in materia presso enti di ricerca (ENEA), gli esperti comunque suggeriscono cautela nel genera-
colo per la salute dell’uomo riconducibile a fattori ester- l’Agenzia Nazionale di Protezione dell’Ambiente ANPA, lizzare le indicazioni in essa contenute. Monitoraggi cor-
ni, è necessario effettuare una preventiva valutazione presso alcune ASL e inoltre si è costituita una associa- retti dovrebbero avere una durata da un minimo di tre
del rischio, attraverso misurazioni idonee che evidenzi zione di professionisti in radioprotezione, denominata mesi fino a un anno. Le valutazioni del rischio, correda-
le caratteristiche del sito, la concentrazione dell’inqui- ANPEQ con sede a Bologna. La Regione Lombardia in te di riferimenti al sito, delle metodiche di misura e degli
nante, il rischio affettivo e indichi azioni di rimedio effi- una relazione, collegata alla citata circolare del settore aspetti dosimetrici connessi alle rilevazioni, possono
caci per la messa in sicurezza del sito stesso. sanità 103/san, ha delineato alcune linee guida per l’e- essere consegnate alle ASL affinché predispongano
A titolo informativo in Italia è presente personale com- secuzione di campionamenti di radon in ambienti chiusi; una adeguata opera di vigilanza.
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