Page 120 - Riflessologia della memoria
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analogamente a come si trasmettono i caratteri fisici. Sul piano pratico questo si traduce nel

      fatto  che,  insieme  a  una  certa  fisionomia,  al  colore  degli  occhi  e  dei  capelli,  alla  forza  o
      debolezza di certi organi, alla predisposizione a determinate malattie, eccetera, l'essere umano
      possa ereditare anche gioie e dolori, paure, traumi e problematiche irrisolte.
         Così il corpo di un uomo si può fare portatore del seme (o gene) di un lutto vissuto da un
      parente, di una morte violenta subita da un avo, di un incidente capitato a un progenitore e via
      di  seguito.  Questi  semi  si  possono  manifestare,  in  tutta  la  loro  potenza  psicofisica,  in
      ricorrenze  particolari  o  quando  l'individuo  si  trova  di  fronte  a  eventi  che  stimolano  le

      impressioni immagazzinate.
         Ci  teniamo  a  precisare  che  non  vengono  trasmessi  esclusivamente  i  “semi”  di  dolori  e
      problemi,  ma  anche  i  “semi”  di  talenti  e  punti  di  forza.  Ma  chi  si  lamenterebbe  di  avere
      ereditato un coraggio da leone o un innato dono per il canto? Va da sé che, parlando di queste
      cose,  si  finisce  per  concentrarsi  maggiormente  su  problemi  e  questioni  da  risolvere,  ma  è
      giusto sapere e ricordare che siamo incredibilmente ricchi anche di uno stupendo potenziale di

      felicità e benessere!




      Perché?



      Perché ereditare eventi psichici dagli avi? Perché in una stessa famiglia la trasmissione non è
      continua? (Ovvero può saltare una o più generazioni e poi ripresentarsi). Perché due fratelli
      possono  ereditare  geni  emotivi  differenti?  Può  essere  un  sorteggio  pressoché  casuale,
      analogamente a come indica la scienza per l'ereditarietà somatica? Dobbiamo pensare che, tra

      due fratelli, per esempio, come in una spietata roulette Tizio erediti un trauma da lutto della
      nonna e a Caio capiti lo shock di guerra del padre? Eppure nella Natura noi intravediamo un
      ordine! È possibile che proprio l'uomo debba sottostare alla “regola” del caos totale o del
      sorteggio casuale?
         A noi sembra che una risposta plausibile ci sia, pur rimanendo nel campo di ciò che non è
      dimostrabile scientificamente (almeno non ancora e non completamente). Potremmo supporre
      l'esistenza di un ordine superiore che predisponga l'Anima e lo Spirito a esperienze coerenti

      con il suo grado di sviluppo e con il suo compito spirituale e materiale. Reincarnazione o
      meno, l'eredità sarebbe necessaria per consentire l'insediamento di caratteri confacenti alle
      esperienze che un uomo deve affrontare nella sua vita. Che poi questi caratteri rispondano a
      dettami  di  precedenti  identità  dell'Anima,  creando  un  karma  individuale,  o  piuttosto  che
      rispondano a un karma impersonale, familiare o collettivo, è momentaneamente trascurabile.
      Non  perché  la  questione  non  sia  rilevante,  ma  perché  in  ogni  cosa  possiamo  riuscire  a

      scorgere un ordine al posto del caos e un compito da svolgere per l'uomo che deve portare a
      compimento la sua esistenza. In pratica vediamo un senso per l'entità spirituale che si incarna.
         Possiamo quindi dire che ci viene assegnata una determinata famiglia perché proprio in quel
      contesto  risiedono  i  caratteri  ereditari  e  le  condizioni  idonee  allo  sviluppo  delle
      caratteristiche necessarie allo svolgimento del destino personale (o collettivo, se preferiamo).
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