Page 45 - Meditazione sui colori
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I chakra sono vortici di energia (il termine sanscrito significa «ruota») situati nel nostro
corpo eterico o energetico, creati dalle due principali correnti verticali di energia che seguono
il percorso della colonna vertebrale. Si tratta di aree di concentrazione di frequenza
elettromagnetica, perciò è possibile influire su di esse con le frequenze sia dei colori sia dei
suoni.
A ciascun chakra corrisponde un colore nello stesso ordine dello spettro solare, un preciso
plesso del corpo umano (i colori dei chakra sono usati per curare la parte del corpo associata)
e, in particolare, un progressivo livello di coscienza, come spiegano gli antichi testi vedici.
Il diagramma dei chakra ci mostra dunque l’evoluzione della coscienza attraverso i colori e
il loro succedersi secondo un ordine verticale. Esaminiamo ora la figura, iniziando con
l’osservare dove sono situati i tre colori primari (consiglierei, come piacevole esperienza
didattica, di colorarli).
Il rosso è il colore del “chakra radice” (Muladhara, «Sostegno della radice»), situato nella
parte più bassa, corrispondente alla zona del plesso coccigeo-perineale (primo chakra).
Presiede alle funzioni escretorie e sessuali e rappresenta il radicamento stesso nella vita,
quindi l’incarnazione, la genitalità, l’istinto e la materia, l’inizio dell’avventura umana.
L’elemento che gli è associato è la terra.
Il giallo è posto all’altezza del “chakra dell’ombelico” (Manipura, «Città dei gioielli»), in
corrispondenza del plesso solare (terzo chakra). Presiede ai processi digestivi, alla
produzione del calore corporeo ed è considerato il livello maturo dell’io, quindi
dell’autoaffermazione, della volontà e dell’intelletto. L’elemento corrispondente è il fuoco.
Il blu è proprio del “chakra della gola” (Vishuddha, «Purificazione») e corrisponde al
plesso cervicale-laringeo (quinto chakra), quindi alla tiroide e alla gola, considerata centro
energetico del cambiamento, in cui si esprimono le facoltà inventive e si ricevono le
vibrazioni di pensiero della mente degli altri. Luogo della comunicazione e dell’ascolto,
rappresenta la dimensione spirituale. L’elemento associato è l’etere.
I colori secondari invece, secondo lo schema evolutivo dei chakra, rappresentano
dimensioni intermedie, centri caratterizzati da trasmutazioni di coscienza.
L’arancione è il colore del “chakra sacrale” (Swadhisthana, «Dimora del proprio sé», «La
propria sede»), corrispondente al plesso sacrale, alla fine del midollo spinale (secondo
chakra). Presiede al sistema riproduttivo e renale ed è quindi l’area della sessualità, della
gioia, dell’io personale che si va formando attraverso il rapporto con gli altri. Rappresenta
l’Eros, che apre la via alla dimensione dell’intelletto e della conseguente comprensione di sé
(il chakra successivo, rappresentato dal giallo). Il suo elemento è l’acqua.
Il verde è posto all’altezza del “chakra del cuore” (Anahata, «Suono non battuto,
continuo»), cioè del plesso cardiaco (quarto chakra), e controlla le funzioni cardiaca e
respiratoria. Rappresenta la matura capacità di relazionarsi e quindi di amare. Tramite
l’amore si passa così dalla dimensione ancora esteriore dell’io (giallo) a quella interiore
dello spirito (blu). Il suo elemento è l’aria.
Il viola è proprio del “chakra corona” (Sahasrara, «Loto dai mille petali»), posto alla
sommità del capo (settimo chakra). Corrisponde al cervello, in particolare alla ghiandola
pituitaria, ed è considerato sede del pensiero, della coscienza cosmica, quindi della