Page 100 - La coppia intrappolata
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86        4  Come uscire da un aggancio nevrotico: riconoscere e risolvere il problema dal punto di vista dell’individuo


   4        appagati, per illudersi di ricevere amore e ricchezza affettiva; ecco che per uscirne è
            necessario avere il coraggio di mettere in discussione i propri schemi di comportamen-
            to autofrustranti. È necessario aprire un nuovo capitolo nella propria vita e starne al
            centro, riprendersi la scena. Lo spiraglio per il cambiamento e per l’uscita dall’aggan-
            cio, si comincia ad aprire quando si ha la sensazione di aver toccato il fondo, quando
            ci si sente stufi e disgustati dal proprio grado di assuefazione alla frustrazione e al-
            l’irrequietezza che viviamo. È un momento da cogliere senza troppo esitare. Il pas-
            saggio all’azione non è qualcosa di costruttivo se lo si prolunga molto nel tempo.
               Per superare l’assuefazione è necessario cercare altre fonti di gioia e di accresci-
            mento della propria identità personale. È necessario aprire nuovi canali, nuovi inte-
            ressi, sperimentarsi in nuove situazioni. Bisogna superare il pregiudizio e il precon-
            cetto vincolante che non esiste altra esperienza soddisfacente quanto la vicinanza af-
            fettuosa di un partner, di quel partner, che le cose non sono belle e riempitive se le
            facciamo in assenza di un partner, di quel partner. È limitante avere l’idea che valia-
            mo se al nostro fianco c’è qualcuno.
               È il significato che noi attribuiamo alle persone, alle situazioni, alle cose che fan-
            no “il peso”. Quanti altri tipi di esperienze possono essere altrettanto piacevoli, ap-
            paganti e gratificanti, ma non ce le siamo concesse perché le abbiamo sempre rele-
            gate alle nostre spalle e private di significato? In nome del “grande amore” quanti
            interessi, amici, familiari, hobby, sport, sono stati sacrificati? Forse è giunto il mo-
            mento di cominciare a riempire quel “vuoto” che sentiamo dentro, con le varie e nuo-
            ve sensazioni che proviamo di volta in volta, sperimentandoci in attività diverse.
               Più ci facciamo prendere dalla vita e viviamo pienamente le nuove esperienze ca-
            landoci dentro di esse con tutto il nostro essere, più cogliamo il piacere di quelle co-
            se che stiamo facendo e sempre più avvertiamo dentro di noi lo schiudersi di un bi-
            sogno mai sperimentato fino a quel momento: il concentrarci su di noi in relazione al
            mondo che ci circonda e che interagisce con noi. Ma come facciamo a capire che sia-
            mo emotivamente calati dentro il momento che stiamo vivendo? Semplice, quando ci
            rendiamo conto che tutti i nostri sensi sono attivati e che ci fanno ricevere delle sen-
            sazioni. Per esempio: stiamo bevendo il caffè? Quando il tatto avvertirà il caldo del-
            la tazzina, la vista apprezzerà l’estetica della tazzina, l’olfatto ne coglierà l’odore e il
            gusto ne assaporerà l’aroma e la nostra mente sarà concentrata nel vivere tutto que-
            sto, solo allora potremmo dire che siamo in sintonia con quel momento, che siamo
            dentro quel momento. Quello che andremo a vivere, che proveremo, sarà una sensa-
            zione di pace, di tranquillità e di serenità che ci riconcilierà col mondo esterno.
               Tutte le emozioni che si attraversano, dalla tristezza all’angoscia, alla malinco-
            nia, alla disperazione, fino alla devastazione, sono tutte emozioni transitorie. Posso-
            no sembrare devastanti, ma sono di passaggio, prima o poi non ci sarà più traccia di
            loro. Se educhiamo la nostra mente a concentrarci sulle nuove attività riusciremo me-
            glio a contrastare e superare le emozioni fino a prenderne le giuste distanze.
               Quando ci si decide a chiudere un rapporto sentimentale, soprattutto in presen-
            za di un aggancio nevrotico, è molto importante riconoscere e non congelare le va-
            rie emozioni che si provano. È importante accettare ed esprimere, magari con un’a-
            mica o un amico, meglio ancora sarebbe con uno psicologo-psicoterapeuta, non so-
            lo la tristezza, ma soprattutto la rabbia che ne deriva. Se la rabbia non si verbalizza
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