Page 58 - Manuale di autostima
P. 58

5.2. Come affrontare un disastro per volta



      Alice è casalinga, anche se, per molti anni, ha lavorato come receptionist in un albergo. Le
      piaceva il contatto con le persone e la relazione con i colleghi ma, nel giro di pochi mesi dal

      suo matrimonio, è nato il suo bambino, sua mamma ha avuto dei problemi di salute e lei stessa
      ha avuto un infortunio sul lavoro e quindi, per forza di cose, ha deciso di rimanere a casa.
      È una mattina come tante altre: il bambino, che ora ha quattro mesi, sta dormendo nella
      culla, l'acqua per la pasta del pranzo è sul fuoco, aspettando di bollire, e Alice sta stirando

      una pila di biancheria che la aspettava da almeno una settimana.
      Improvvisamente, le squilla il cellulare. Alberto, il suo bimbo, ha un sonno molto leggero,
      quindi  si  sveglia  e  scoppia  in  un  pianto  disperato  non  appena  sente  le  prime  note  della
      suoneria della mamma. Controllando il numero sul display e vedendo che è un numero che non
      conosce, Alice risponde, bloccando il telefono tra mento e spalla e correndo a prendere in
      braccio il bimbo per cullarlo. Nella confusione del pianto, non riesce a seguire tutto il filo del

      discorso  del  suo  interlocutore,  ma  riesce  a  captare  le  parole  “promozione”,  “operatore
      telefonico” e “mensile”, e quindi immagina, a grandi linee, che le stiano proponendo un'offerta
      per il cellulare.
      «Mi  scuso,  ma  purtroppo  in  questo  momento...»  prova  a  dire  Alice,  continuando  a  cullare
      Alberto, che non accenna a calmarsi.

      «Mi  lasci  spiegare  tutti  i  vantaggi  che  le  proponiamo!»  esclama  il  venditore,  con  il  tono
      estasiato che, di solito, si riserva a notizie come “mi sposo”, “sono incinta” e “ho vinto alla
      lotteria”.
      «Ma io proprio...» ritenta Alice, desiderando di avere le mani libere per poter chiudere il
      telefono in faccia a quel seccatore, anche se sa che, se lo facesse davvero, si sentirebbe in
      colpa cinque secondi dopo.
      Mentre  la  poveretta  prova  a  calmare  Alberto,  ormai  inconsolabile,  continuando  a  tenere  il

      telefono in bilico, suonano alla porta. Alice prova ad ignorare il campanello, che suona una
      seconda volta. Convinta che siano solo delle seccature, la ragazza continua a fare finta di
      niente, già troppo occupata a tentare di concludere la telefonata. Ma subito un pensiero si
      fa  strada  nella  sua  mente:  e  se  invece  fosse  qualcosa  di  importante?  Se  la  vicina  di

      pianerottolo è stata male e la sua bimba sta cercando aiuto? Se è una raccomandata importante
      per suo marito?
      Con il bambino in braccio e il telefono ancora incollato all'orecchio, corre verso la porta e la
      apre.
      «Buongiorno,  signora»  le  dice  un  ometto  di  mezz'età.  «Sto  facendo  il  giro  della  zona.  È
      soddisfatta della sua aspirapolvere?».
      «Eh?» chiede Alice, assordata dal figlio.

      «Signora? Signora?» ripete l'operatore telefonico, non sentendola più rispondere. E, preso da
      un momento di misericordia, riappende.
      «Mi scusi, sono proprio in un momento di difficoltà...» sospira la povera malcapitata al suo
      nuovo visitatore.
   53   54   55   56   57   58   59   60   61   62   63