Page 53 - Manuale di autostima
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5. IL SEGRETO DELL’ORSO IN LETARGO


      Che gli animali vadano in letargo lo sanno anche i bambini. Orsi, ricci, tartarughe, castori,

      tutti loro, in un determinato periodo dell’anno, mollano baracca e burattini e iniziano a
      dormire per un po’ di tempo, rifugiandosi nella loro tana.
      Forse da bambino ti hanno fatto vedere dei documentari sugli animali, o magari guardavi il
      cartone  animato  dell’orso  Yogi,  ma  l’idea  è  sempre  la  stessa:  davanti  a  delle  condizioni
      avverse, nel caso specifico il freddo, alcuni animali decidono di andarsene (migrano) e altri,

      più furbescamente, decidono di non muovere un passo e di schiacciare un pisolino.
      In realtà, gli zoologi chiamano il letargo “quiescenza” o “sospensione reversibile delle attività
      vitali” (perché utilizzare una parola semplice quando ne puoi utilizzare una impossibile da
      pronunciare o un’itera frase?), nel senso che, durante il letargo, gli animali sospendono le loro
      normali  attività  (cacciare,  mangiare,  camminare  ecc.)  e  rallentano  le  loro  attività  vitali  (il
      respiro,  il  battito  cardiaco)  ma  in  maniera  reversibile,  mantenendo,  quindi,  la  capacità  di
      svegliarsi e tornare alla loro vita normale. È una protezione dallo stress e dalle avversità

      esterne  che  sostituisce  la  fuga  (nessun  orso  durante  l’inverno  prende  armi  e  bagagli,
      moglie  e  figli  e  parte  a  piedi  per  l’Australia)  alla  sospensione  dallo  stress  stesso,
      prendendo del tempo per sé stessi con l’unica intenzione di trovare quiete e, quindi, rientrare
      nella vita quotidiana.

      Tutti noi siamo soggetti allo stress, in misura maggiore o minore, è una delle caratteristiche
      della vita adulta, inutile negarselo. Tra l’altro, lo stress sta ad una bassa stima di sé come la
      benzina ad un incendio, perché non c’è niente di peggio, per una persona che non riesce
      ancora  a  vedersi  come  la  creatura  positiva  che  già  è,  che  tentare  di  risolvere  cinque
      problemi contemporaneamente, dovendo gestire anche un alto livello di tensione.

      Pensa ad un bell’orso, uno di quelli alti due metri, larghi come un armadio a due ante e
      soffice  soffice.  Arriva  l’inverno,  e  lui  va  in  letargo  (o  in  quiescenza,  se  ti  senti
      particolarmente  scientifico,  oggi),  ma  non  è  un  tempo  sprecato,  tutt’altro.  Il  tempo  che

      impiega a dormire è tempo utile per sopravvivere allo stress e a recuperare l’energia per
      quando sarà il momento naturale di svegliarsi, senza considerare che, in questo tempo, il
      nostro orsetto non utilizzerà e non sprecherà nulla di quello che c’è al di fuori di lui, perché
      non caccerà e non raccoglierà cibo, ma utilizzerà le sue risorse di grasso.
      A volte guardiamo alle strategie della natura (il letargo, la difesa, il risparmio di cibo)
      come a tattiche utilissime ma unicamente per la sopravvivenza e il benessere fisico, ma

      non  per  quello  spirituale  e  mentale.  Il  letargo,  ad  esempio,  potrebbe  sembrare  un  buon
      metodo  per  risparmiare  energie  fisiche,  o  l’invito  a  prenderti  due  giorni  di  vacanza  se  sei
      particolarmente  stanco.  Ora,  non  ho  assolutamente  intenzione  di  dirti  di  non  prenderti  due
      giorni  di  vacanza,  anzi  te  lo  auguro  proprio,  ma,  se  posso  farti  un  invito,  potresti  provare
      anche a prenderti due minuti di vacanza, anche adesso, in questo momento.

      Potresti andare in letargo per due minuti dai tuoi problemi e dalle tue preoccupazioni, dal
      pensiero ossessivo “devo assolutamente finire questa relazione entro domani mattina, perché
      altrimenti cosa penserà di me la mia collega /direttore/responsabile”, “oddio, e devo anche
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