Page 49 - Manuale di autostima
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4.2.  Come  scoprire  la  tua  bellezza  e  la  tua


      perfezione



      Sicuramente, ci saranno aspetti della tua apparenza fisica che ti piaceranno, e altri che non ti
      piaceranno, così come capita a tutti. Ti faccio una domanda strana, e sono ben contenta che, in

      questo momento, non siamo faccia a faccia, così posso evitare che tu mi tiri addosso un libro o
      una sedia. Pronto?
      Eccoci qui: hai mai pensato di essere perfetto? Non ti sto chiedendo se hai mai pensato di
      essere  bello,  carino,  sensuale,  sexy,  o  tutti  i  possibili  aggettivi  positivi  relativi  all’aspetto
      fisico. Intendo proprio perfetto. Pensi di esserlo? Hai mai pensato di poterlo essere?

      Per noi “perfetto” è diventato un sinonimo di “privo di difetti”, senza lati negativi. Visto
      che nulla, dal nostro punto di vista, potrebbe essere privo di difetti, per estensione nulla
      potrebbe essere perfetto, soprattutto se riguarda noi stessi. E questo non fa una piega.
      Il punto è che l’etimologia, l’origine latina della parola “perfetto” è, molto semplicemente,
      “finito”, “concluso”, “portato a compimento” (inizio a domandarmi come mai avessi sempre

      l’insufficienza in latino, visto la mia facilità a ritrovare le radici etimologiche in internet).
      Quindi, una cosa che è perfetta è qualcosa che è compiuta, in cui niente è stata lasciata al caso,
      e in cui niente è più da completare.
      Il  tuo  corpo  è  completato,  anche  se  in  continuo  cambiamento.  Rispetto  a  quando  eri  un
      bambino, gli arti sono cresciuto, i denti sono caduti e poi ricresciuti, la fisionomia del viso è

      cambiata. Nonostante questo, non ti comparirà un nuovo polmone, e non ti spunterà un terzo
      braccio dal mezzo del petto. Il corpo che ti è stato dato è già un corpo compiuto, dove non
      devi né aggiungere, né togliere nulla. È già perfetto.
      È il tuo corpo, ma porta in sé i geni di chi è venuto prima di te, porta la storia della tua
      famiglia e ti ricorda che non sei spuntato fuori dal nulla, ma che hai alle spalle generazioni

      e generazioni. Le tue cicatrici, i tagli, i nei, le voglie, sono tutti segni visibili e tangibili della
      tua storia personale.
      Non penso che sia necessario dimenticarsi di avere un corpo, anzi. Il tuo corpo è parte di te,
      dovresti, anzi, considerarlo perfetto, perché è perfetto.

      Non  sei  solo  ed  unicamente  corpo,  questo  è  vero.  Le  tue  gambe  hanno  tanti  scopi,  tra  cui,
      soprattutto, camminare, quindi credo sia più importante ricordarsi di come sono importanti per
      trasportarti da un posto all’altro, perché, e mi dispiace se dicendotelo infrango i tuoi sogni, tu
      non sei una statua greca. Non sei neanche un ritratto di Leonardo da Vinci o una fotografia di
      Margaret Bourke White, se è per questo. Non perché tu sia meno bello o il tuo corpo sia
      meno perfetto di quello di una statua, una fotografia o un ritratto, ma perché il tuo scopo

      non è quello di stare appeso in un museo.  Quindi,  appunto,  lo  scopo  principale  delle  tue
      gambe non è quello di stare in bella mostra.
      Il tuo corpo è una parte di te, una parte importante, da valorizzare e da curare. Hai tutto il
      diritto di preoccuparti per la tua salute, il tuo aspetto, di essere pulito, di vestirti come ritieni
      che  sia  meglio  per  te  (appunto,  come  preferisci  tu,  come  piace  a  te,  non  come  piace  al
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