Page 47 - Manuale di autostima
P. 47
4.1. Aspetto fisico: i nodi vengono al pettine
Forse vorresti essere più alto, o più slanciato. Forse non ti piacciono i tuoi capelli, o il colore
dei tuoi occhi. Forse ti chiedi come diavolo faccia il tuo collega ad avere sempre giacca,
camicia e capelli perfetti, quando è appena entrato in ufficio e fuori si sta scatenando una
bufera.
Beatrice è responsabile di un'azienda che esporta vini locali in Europa e in Asia, quindi è
abituata a confrontarsi con altre persone, prendere decisioni veloci ed efficaci e gestire lo
stress. Quello che ha più difficoltà a gestire, invece, è il suo nemico numero uno, la sua
nemesi: lo specchio. Per non parlare della forma più evoluta e maligna del semplice
specchio, lo specchio dei camerini dei negozi di vestito.
Nemico del genere umano, lo specchio dei camerini ha la dote di far sembrare pallido
chiunque, e non normalmente pallido, ma pallido-trasparente, con le occhiaie rese ancora più
evidenti dalle luci al neon puntate sulla tua espressione sconvolta. Se volesse farsi un selfie, il
povero malcapitato si ritroverebbe come il fantasma di un panda malaticcio. E questo non è
nulla, nulla, in confronto allo schiaffo morale dei vestiti. Davanti all'odiato specchio dei
camerini, infatti, la semplice maglietta che vuoi comprare inizierà magicamente a sembrare
troppo corta, troppo stretta, troppo lunga o del colore che fa a pugni con la tua carnagione.
Beatrice, però, non ha scelta: deve per forza trovare una nuova camicetta per l'incontro dei
rappresentanti della filiale tedesca della settimana successiva. Camicetta che, secondo la sua
idea di eleganza, dovrebbe essere sobria, bianca, e intonata ai pantaloni che aveva già scelto
qualche giorno prima. Quindi, convinto il fidanzato ad accompagnarla (povero martire), si
dirige a testa alta, piena di buona volontà, al reparto femminile di una linea di negozi piuttosto
famosa. Dopo aver trascorso venti minuti buoni a scegliere camicette di tutte le forme e misure
(meglio prenderne un po' evidentemente troppo grandi per lei... tanto per sentirsi felice
quando, in camerino, si sarebbe resa conto che aveva bisogno di capi di due taglie più
piccole), giunge il momento clou.
Il camerino e Beatrice. Uno scontro tra titani. La ragazza avanza coraggiosamente verso la
porta, lasciando il suo ragazzo a controllare gli aggiornamenti di twitter sul cellulare. Entra, e
inizia a spogliarsi, attenta a non cadere con lo sguardo sullo specchio. Prende la prima
camicia (che, agli occhi del suo ragazzo, è assolutamente identica a tutte le altre dieci), la
infila, e le sembra che sia perfetta. Cade bene, non è né troppo attillata né troppo larga, le
maniche sono perfette. Quindi, il dramma. Si gira, e vede il suo riflesso allo specchio, e il
dramma ha inizio. Non può presentarsi a lavoro in quelle condizioni. E comunque, con quella
faccia non potrebbe presentarsi neanche se possedesse unicamente capi Chanel. Perché ha i
capelli così spenti? E gli occhi così infossati? E guarda quella benedetta camicetta, è
strettissima, come ha fatto ad ingrassare nel giro di venti minuti.
Dopo momenti di agonia, Beatrice prende una decisione: lascia nel camerino tutte le
camice e si lancia verso l'uscita del negozio, trascinandosi dietro il fidanzato.
«Eh?» le chiede lui alzando gli occhi dal cellulare, spaesato. «Hai già fatto? Hai già pagato?».
Se sto per dire una cosa sbagliata, sei liberissimo di criticarmi, scrivermi una lettera di