Page 56 - Manuale di autostima
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inizia a squillare come se stesse per prendere fuoco. Il poveretto non sa che pesci
pigliare, tra la tentazione di scoprire qual è il problema e l’occhiata fulminante della
moglie, che sembra pronta a sbranarlo se solo si azzarda a rispondere.
«E va bene» sospira, alla fine. «Dai, rispondi, se è proprio così importante. Intanto tiro fuori
le scarpe più robuste».
Dopo aver trascorso più di mezz’ora al telefono, rassicurando un suo collega che le pratiche
di cui avevano discusso assieme sono in un cassetto dell’ufficio, Giacomo è pronto a partire.
La coppia, però, non riesce ad arrivare alla hall dell’albergo che a squillare è il telefono di
Marta.
«Beh?» chiede allusivo Giacomo, già pregustando la sua vendetta personale.
«Potrebbero essere i ragazzi» borbotta la moglie.
«Controlla il numero» ribatte lui. «Se non sono loro, non rispondere e godiamoci un attimo di
pace».
Marta prende il cellulare dalla tasca del giaccone e rimane a guardare il display per qualche
istante, mordicchiandosi le labbra.
«Scommetto che non sono i ragazzi, eh?» la deride il marito.
«No, no. È una mia collega. Ma io posso anche non rispondere».
Giacomo alza le spalle, godendosi la scena.
«Ah, questo lo decidi tu».
Marta soppesa la decisione, dopo di che, risponde alla sua collega.
Ci sono dei problemi alla casa editrice, e Marta dovrebbe finire la sua traduzione prima di
quanto stabilito. Cosa può fare? La vacanza l’ha proposta lei, e le scoccerebbe moltissimo
perdere la faccia davanti al marito. Eppure… cosa succederebbe se, in un momento di
difficoltà a lavoro, lei semplicemente se ne lavasse le mani? È un periodo in cui è davvero
stanca, e riposarsi, avere del tempo per se stessa, potrebbe farle bene. Ma cosa
penserebbe di lei il suo editore? Il suo team? Come la guarderebbero?
Prendere del tempo per te ti rende una persona peggiore o, addirittura, definisce il tuo
valore come persona? Ti rende egoista, o meno attento alle cose di cui ti occupi?
Se dovesse decidere della vita o della morte di un condannato a morte, probabilmente Marta
si sentirebbe meno a disagio.
«Senti…» dice alla fine al marito, mentre superano insieme il paese e si avviano verso il
bosco, dopo aver soppesato tutte le possibilità, «e se… l’albergo non scappa mica, no? E se
per questo fine settimana tornassimo a casa? Possiamo sempre tornare la settimana prossima,
o il mese prossimo… magari avremo tutti e due una situazione più calma a lavoro. Non mi
sento molto sicura a rimanere qui mentre tutti stanno lavorando… cosa penserebbero di me?».
Giacomo sorride.
«Te lo stavo per proporre io» dice. «In fondo, non è mica un obbligo andare in vacanza, no? E
a lavoro hanno bisogno anche di me».
Quella sera stessa rientrano a casa, e passerà ancora molto, molto, molto tempo prima
che i due vadano ancora in vacanza assieme.
Ti è mai capitato di non riuscire a goderti fino in fondo i momenti di tranquillità, serenità,
distrazione che potevi avere perché la tua mente era proiettata al dopo? Ti è mai successo